Perché usare una spada con due mani? La genesi dell’impugnatura allungata

Le spade a due mani europee del periodo medievale sono tra le più famose e apprezzate da chi si interessa di scherma storica – o semplicemente di spade – per la loro connessione con l’immaginario epico-cavalleresco, la loro eleganza e l’ideale di potenza che suggeriscono al solo guardarle. Tuttavia il semplice fatto di usare una spada con entrambe le mani ha impiegato molto tempo a entrare nel quadro bellico europeo, così come è stato per molte popolazioni orientali: se guardiamo alle prime spade dell’antichità, siano esse in bronzo oppure in ferro, difficilmente ne troveremo una con l’impugnatura creata apposta per essere stretta con due mani (questo potrebbe essere stato il caso della Romphaia dei Traci, una spada con lama a falce, ma è difficile esserne sicuri vista la scarsità di reperti); la ragione era probabilmente che le spade venivano considerate strumenti bellici, peraltro piuttosto costosi, e solitamente non c’era motivo di usarle con due mani sul campo di battaglia.

duello impari differenza corporatura spada pefetta

Quasi tutti gli eserciti dell’antichità dotavano infatti i propri soldati di uno scudo, il più delle volte abbinato a una lancia, sicché la spada doveva essere abbastanza minuta da restare alla cintola per la maggior parte del tempo. Alcune popolazioni invece, come i Romani, usavano il corto Gladio quale arma principale, assieme al grande scutum che forniva una magnifica protezione durante l’avvicinamento ai nemici: spade a due mani in questo caso sarebbero state non solo inutili, ma persino svantaggiose. Anche quando si diffuse la più lunga Spatha, e in seguito, nell’alto Medioevo, varie forme di quella che chiamiamo per semplicità “Spada Vichinga”, le impugnature erano sempre piuttosto corte, visibilmente fatte per una sola mano: l’uso di uno scudo era infatti previsto non solo sul campo di battaglia, ma anche nei duelli.

Tuttavia già nei secoli centrali del Medioevo iniziamo a trovare alcune raffigurazioni di spade “classiche” usate con entrambe le mani. Si tratta per lo più di immagini tratte dalla leggenda biblica di Davide e Golia, dove il fanciullo usa la spada del gigante per decapitarlo: in questi casi il fatto di impugnare l’arma a due mani è più che altro un modo per trasmettere l’idea della differenza di forza tra i due, ma esistono anche altre rappresentazioni di spade usate con entrambe le mani nel periodo pieno-medievale.

davide e golia spada vichinga a due mani

Per la verità, già una saga scandinava potrebbe contenere indicazioni in tal senso: nella Saga di Hávarðr di Ísafjörðr un uomo usa una spada (evidentemente del tipo che definiamo “vichinga”), con entrambe le mani contro un avversario che viene descritto come incredibilmente robusto. Certo è che le traduzioni di queste saghe dalla lingua originale sono spesso difficoltose, perciò non siamo sicuri di cosa qui si intenda dire; forse l’espediente narrativo è usato solo per esaltare la resistenza di chi veniva colpito. A quanto pare nessun reperto ad oggi fa pensare che esistessero spade vichinghe create apposta per essere impugnate con due mani, ma è possibile che talvolta un guerriero privo dello scudo scegliesse di appoggiare una mano sull’altra – o magari sul polso – per esercitare una forza maggiore nell’attacco. Ovviamente in questo caso si tratterebbe di occasioni del tutto particolari.

manoscritto spada a una mano usata a due mani

Nel pieno Medioevo iniziamo invece a trovare alcune attestazioni – e in seguito alcuni reperti – che indicherebbero un uso a due mani della semplice Spada d’Arme. Non a caso, tra Duecento e Trecento, l’impugnatura della spada inizia spesso ad allungarsi su alcuni modelli, consentendo ipoteticamente una presa con la mano sinistra al di sotto della destra, magari andando ad afferrare il pomolo, che infatti diviene sempre più spesso di forma rotonda o anche allungata. Stiamo parlando di un periodo precedente ai primi trattati riconosciuti (come ad esempio il Flos Duellatorum di Fiore dei Liberi) che parlano specificamente di Spada a due Mani usata come tale. Si tratta più che altro di un modo alternativo di impugnare e di utilizzare le spade classiche, che ne avrebbe forse influenzato l’evoluzione fisica fino a portare alle Spade a due Mani vere e proprie e, in seguito, ai più massicci Spadoni.

Ma perché si sentiva il bisogno di tali accorgimenti? Come mai la semplice impugnatura a mano singola, che per tanti secoli aveva servito bene il guerriero, ora risultava talvolta insufficiente alla battaglia o al duello? Le ipotesi sono molteplici, dall’evoluzione delle armature a piastre a quella più in generale della tattica bellica vera e propria; ricordiamo però che non soltanto sul panorama europeo esisteva questo tipo di necessità. Alcune tipologie di spada cinese, come i Dadao, erano fatte proprio per alternare l’uso dalla mano singola alle due mani, grazie all’impugnatura allungata nonostante la lama avesse pressappoco le dimensioni di un Falcione; la stessa Katana giapponese (che secondo alcune interpretazioni sarebbe a sua volta derivata proprio da modelli cinesi), nella sua massima evoluzione divenne una spada corta, ma sempre con impugnatura a due mani. Anche in India, in epoca relativamente tarda, si sviluppò un tipo di impugnatura che lasciava protrudere il codolo della lama, incurvato, al di fuori del pomolo, così da permettere una presa con la seconda mano qualora si desiderasse: essa veniva applicata generalmente alle spade di tipo Khanda, ma la si ritrova anche su lame curve.

elsa spada khanda indiana la spada perfetta
Elsa tradizionale di una Khanda, sontuosamente elaborata.

In Europa, sia prima che dopo lo sviluppo delle Spade a due Mani propriamente dette, troviamo una serie di modelli che potremmo ascrivere tutti alla tipologia della Spada Bastarda, ovvero un tipo di spada dalla lama e impugnatura abbastanza lunghe, utilizzabile in entrambi i modi descritti. È indicativo che l’uso di questa tipologia sia attestato in gran parte per gli uomini a cavallo, così come ad esempio accadeva per la Khanda indiana e per le prime Katana (o Tachi) giapponesi. In questo senso potremmo ipotizzare che un cavaliere, pur necessitando sempre di brandire una spada a mano singola in sella al destriero (mentre era impegnato a reggere le briglie), avesse bisogno di un’arma diversa, più versatile, qualora si fosse trovato appiedato, magari dopo essere stato disarcionato.

cavaliere con bardatura pesante

Al di là delle ipotesi, è certo che impugnare una spada con due mani invece che con una sola apporta una serie di vantaggi. Il primo e più evidente è quello della potenza esercitata, che riesce ad essere notevolmente maggiore già soltanto sovrapponendo le mani; se poi l’impugnatura è abbastanza lunga, si può davvero ottenere un effetto di leva favorevole che consente di colpire con grande forza anche senza spendere troppe energie, usando la catena cinetica muscolare tra la schiena e le braccia. Tuttavia colpire con più forza non è un elemento così importante come potrebbe sembrare. Dal primo momento che la lama è ben affilata, non c’è infatti una grande differenza tra un semplice fendente a mano singola (se ben portato) e uno a due mani, parlando di mera potenza d’impatto: se l’avversario è privo di protezioni, verrà comunque ferito gravemente; se invece indossa un’armatura metallica di qualche tipo, l’impatto causerà quasi sempre danni trascurabili.

Esistono invece altri due elementi che forniscono un buon vantaggio a chi brandisce una spada con due mani, e che sono spesso sottovalutati: la resistenza ed il controllo. Per gli stessi motivi sopra elencati, impugnare una spada con entrambe le mani consente infatti di compiere certi movimenti con una rapidità maggiore e, soprattutto, con un dispendio di energie molto inferiore rispetto alla mano singola. Questo fattore è utile in primo luogo nella difesa, qualora si tenti di bloccare colpi particolarmente aggressivi, portati magari con armi inastate o da botta, oltre che con altre spade. Immaginiamo ad esempio di dover bloccare un attacco portato con un bastone o con uno Zweihander: farlo con una semplice Sciabola, o con un Rapier, si rivela molto più ostico di quanto sembri, e si rischia addirittura di slogarsi il polso o di venire disarmati. Una spada brandita con le due mani consentirebbe invece di resistere molto meglio, scaricando il contraccolpo su entrambe le braccia.

rapier vs zweihander striscia vs spadone

Il controllo è anch’esso un elemento che va di pari passo con quelli già descritti. Naturalmente forza e resistenza maggiori consentono anche di muovere la spada con più rapidità da una posizione a un’altra, sempre a patto di essere addestrati al suo utilizzo particolare. Ciò che rende davvero importante questo fattore, tuttavia, è la precisione con la quale è possibile allineare la lama al bersaglio nel momento dell’impatto – come sappiamo l’allineamento cambia totalmente il risultato di un colpo – e allo stesso tempo portare affondi mirati, un fatto utile soprattutto se si combatte contro un avversario in armatura.

È quindi evidente che dotare una spada della possibilità di essere usata con entrambe le mani costituisce un grande vantaggio in determinate situazioni. Tuttavia esistono anche notevoli svantaggi, primo fra tutti quello dell’ingombro causato proprio da una impugnatura troppo lunga. Le spade trascorrono infatti la maggior parte del tempo alla cintola (oppure legate alla sella del destriero), e non è cosa da poco restare impigliati in un ostacolo, oppure non riuscire a muovere liberamente il proprio scudo, se ci si trova in battaglia. Il secondo svantaggio interessa invece più che altro il duello, dove uno dei fattori più importanti è quello dell’allungo. Tenere una spada con due mani riduce infatti parzialmente la libertà di movimento negli attacchi, dal momento che le braccia devono essere spostate in sincronia e il busto risulta in un certo senso più legato, un fattore che influenza soprattutto l’allungo negli affondi. In compenso, la lunga impugnatura può diventare utile nel cosiddetto “gioco stretto”, qualora si cercasse di bloccare o disarmare l’avversario.

fiore dei liberi zogho stretto

Nella nostra ricerca della spada perfetta dobbiamo quindi chiederci se i vantaggi di un’impugnatura allungata per le due mani compensino gli svantaggi. Questo tema è più complicato di quello che appare, dal momento che si devono considerare elementi quali la situazione specifica, l’armamento avversario e la personale abilità dello spadaccino: ancora una volta, il discrimine maggiore è il contesto di utilizzo dell’arma, che rappresenta un utile spunto per indagini future da discutere in altri articoli!

albion hand and a half sword estoc

5 pensieri riguardo “Perché usare una spada con due mani? La genesi dell’impugnatura allungata

  1. Ben tornato, Spada! Era da tempo che aspettavo un tuo nuovo articolo!

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    1. Grazie! Ben ritrovato 🙂 ho avuto qualche impegno negli ultimi mesi, ma ora il blog riprende l’attività!

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      1. Ciao! Leggere i tuoi articoli è un piacere! Adoro le spade, a casa ne ho alcune, ovviamente tutte riproduzioni. Posso farti una domanda? Ho una riproduzione di Excalibur, ma non capisco se classificarla come spada bastarda o a due mani. Posso inviati una foto? Grazie

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      2. Ciao Valerio, manda pure cercherò di aiutarti!

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  2. Grazie mille, come ti invio la foto?

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