Spade con Elsa a Cesto

Le cosiddette spade o “spadone con elsa a cesto” costituiscono un gruppo nel quale si possono includere diverse tipologie di spada, tra cui, in particolare: la Schiavona veneziana, la Broadsword scozzese (da alcuni detta anche “claymore con elsa a cesto”), la spada Mortuary inglese, e la tipologia di spada Vallona. Anche alcuni tipi di elsa “Sinclair” presentano caratteristiche tali da essere incluse in questo grande gruppo.

In generale, possiamo però definire “spada con elsa a cesto” un tipo di spada la cui elsa racchiuda l’intera mano sui tre lati attorno al polso, indipendentemente dalla forma che assume o dal livello totale di protezione. Con questo termine indichiamo solitamente spade a mano singola e a lama diritta, di una certa ampiezza, sia monofilari che a doppio filo. Else a cesto si ritrovano montate anche su lame appartenenti ad altre tipologie (Sciabole, Rapier, Dussack e persino Spade a Due Mani), ma in tali casi è più adeguato parlare di spade ibride.

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Da sinistra: una Mortuary, una Broadsword, una Schiavona e una Vallona.

Rintracciare l’origine vera e propria delle spadone con elsa a cesto si rivela particolarmente complicato, dal momento che ognuna delle quattro tipologie principali (o cinque, includendo l’elsa Sinclair) sembrerebbe essersi evoluta in maniera indipendente, con pochi o nessun punto di contatto con le altre. A partire dal periodo rinascimentale, l’uso delle spade in ambito civile portò a sviluppare guardie sempre più protettive per la mano, che dovevano sostituire la protezione offerta dallo scudo e, soprattutto, dal guanto d’arme. Nascono così anelli, ponti e paramano che vanno a integrare i bracci della guardia a crociera nella Spada da Lato; successivamente la sperimentazione aumenta ancora, fino a creare una vera e propria gabbia (o cesta, appunto), che incapsulava la mano come un vero guanto armato.

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Tre tipi di Dussack con elsa Sinclair esposti a Trieste – Ph. Enrico Luppi

Per quanto riguarda la datazione, per molti anni si è ritenuto che i primi modelli di spada con elsa a cesto fossero quelli montati su alcune spade di area tedesca, di tipo Dussack (sorta di Falcioni rinascimentali a lama curva), le quali datano alla seconda metà del Cinquecento (circa 1560) e presentano effettivamente guardie a cesto sperimentali di varie tipologie, dalle più semplici e scarne alle più sontuosamente decorate. Tuttavia, nel 1982 fu rinvenuta, dal relitto sommerso della nave Mary Rose, una spada con elsa a cesto databile precisamente al 1545. La Mary Rose era infatti una nave da guerra inglese del re Enrico VIII, che affondò proprio in tale data.

La cosiddetta “spada della Mary Rose” ha un’elsa molto simile a quella delle successive broadsword scozzesi con elsa a cesto, le più antiche delle quali datano però a ben 100 anni dopo. Si tratta di un’elsa a cesto asimmetrica, vale a dire con il lato destro della guardia più ampio ed elaborato; presenta altresì due bracci a crociera separati dal “cesto”, reminiscenza della Spada d’Arme medievale, segno evidente della transizione ancora in corso. Un elemento che invece la accomuna a molte delle successive spade con elsa a cesto, comprese la Schiavona e la Vallona, è l’alloggiamento per il pollice all’interno della guardia: un dettaglio che aiutava la semplice presa “a martello”, e che indica quindi una decisa predilezione per le tecniche di taglio in questa tipologia di spade.

I Dussack con elsa a cesto potrebbero comunque aver influenzato l’evoluzione della spadona scozzese, in uno scambio avvenuto, ad esempio, con l’adozione dell’elsa di tipo “Sinclair“. Originaria della Germania del sud, questo tipo di elsa presentava ancora i due bracci della classica guardia a crociera, proprio come per la spada della Mary Rose, ma la mano era protetta all’esterno da una piastra triangolare simile a quella delle daghe a vela, e un paramano copriva le nocche, talvolta con l’aggiunta di elementi a copertura dell’area interna. Sembra che siano stati proprio i mercenari al servizio dello scozzese George Sinclair a introdurre in patria questo tipo di spade, dopo averle impiegate sul continente: secondo questa versione, quindi, una eventuale contaminazione tra elsa Sinclair ed elsa a cesto scozzese dovrebbe datarsi a non prima del XVII secolo.

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Spada Schiavona al Museo della Rocca Sforzesca di Imola – Ph. Samuele Pareschi

Rinascimentale è invece la spada Schiavona, sulle cui origini non c’è ancora completo accordo: di certo essa deve il suo nome ai mercenari slavi al servizio della Repubblica di Venezia, chiamati appunto “Schiavoni”, che furono i suoi primi utilizzatori ufficiali, a metà del Cinquecento. Gli Slavi usarono la Schiavona in diverse occasioni, ad esempio come guardie del corpo del Doge, per combattere contro l’Impero Ottomano e in Spagna, sia nelle truppe di fanteria che nella cavalleria, oltre che a bordo delle navi da guerra. Per la sua bellezza ed efficacia, la Schiavona ebbe poi un grande successo tra le corti italiane e in seguito europee nei secoli successivi. Non è chiaro se la forma distintiva della sua elsa sia di vera e propria origine slava, oppure il risultato di altre contaminazioni culturali; di certo esistono else a cesto sue contemporanee, in area germanica ed elvetica, che ricordano da vicino il particolare disegno delle prime schiavone.

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Due spade con elsa alla Vallona al Museo delle Armi Antiche di San Marino – Ph. Samuele Pareschi

La spada Vallona è da includere certamente nel novero delle spade con elsa a cesto, nonostante il fatto che il termine si applichi anche ad alcuni tipi di else che non forniscono protezione alla parte interna della mano. Anche in questo caso, la sua origine resta in parte oscura: di certo le prime spade “alla Vallona” compaiono in area centro-europea a ridosso della Guerra dei Trent’anni (1618-1648), un sanguinoso conflitto che coinvolse tutte le potenze europee, combattuto soprattutto nell’area che comprende le Fiandre e, appunto, la Vallonia. Da qui deriva probabilmente il nome di questo tipo di spada, sebbene è probabile che esso sia stato usato più che altro a partire dall’Ottocento, e non dai suoi contemporanei dei secoli precedenti. La Vallona propriamente detta nasce come spada da cavalleria, ma sarà poi usata in una quantità di altri ambiti.

L’elsa della spada “alla Vallona” è forse la più semplice e leggera tra le spade con elsa a cesto: si compone in sostanza di tre barre ricurve (talvolta soltanto due) a contornare la mano, sormontate da una piastra traforata che protegge dagli affondi, oppure da due conchiglie, e normalmente presenta il classico alloggiamento interno per il pollice. Una protezione ulteriore è fornita da una barra trasversale che copre le nocche sulla destra. In ragione di questa praticità, che tuttavia non prescindeva da una certa eleganza, la spada Vallona fu utilizzata per lungo tempo da una grande quantità di forze militari; la prima spada regolamentare per la cavalleria dell’esercito francese fu proprio una Vallona, nel 1679, anche se pare si trattasse di un modello semplificato, che presentava soltanto un paramano e due conchiglie laterali. Il tipo di elsa a cesto della Vallona si ritrova tuttavia su molte lame posteriori, gran parte delle quali ricurve, come Sciabole o corti Cutlass, nonostante la “spada Vallona” vera e propria presenti una classica lama diritta e a doppio filo.

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Sciabola con elsa alla Vallona al Museo della Rocca di Gradara – Ph. Samuele Pareschi

Un tipo di spada con elsa a cesto inglese, chiamata generalmente “Mortuary“, divenne popolare a seguito della sua adozione da parte delle forze di cavalleria di Oliver Cromwell, i cosiddetti Ironsides, nel contesto della Guerra Civile Inglese (1642-1651). Un altro termine, forse più appropriato, per riferirsi a questo genere di spade, è quello di “spadone con elsa gotica“, in riferimento al particolare disegno della guardia, talvolta molto intricato, che richiamava appunto lo stile decorativo dell’architettura gotica. Esistono tuttavia modelli più semplici, con guardia simmetrica a forma di cesta che copre la parte anteriore della mano, ricordando vagamente una gabbia toracica. Qualcuno adduce a tale motivo l’altro nome, Mortuary, attribuito a questa tipologia di spade; in realtà è più probabile che il termine derivi da una particolare decorazione tipica dei modelli successivi alla guerra civile, che riproduceva il volto di re Carlo I, giustiziato nel 1649 con l’accusa di alto tradimento.

La spada Mortuary presenta spesso una lama piuttosto allungata, solitamente monofilare; ciò la pone all’interno della categoria “backsword” per la classificazione anglosassone, comprendente appunto le spade con elsa a cesto a lama monofilare, in contrapposizione alle “broadsword“, che invece presentano sempre un doppio filo. La sua elsa, che come si è detto può presentare decorazioni molto intricate, lascia però ampio spazio alla mano e, al contrario delle spadone scozzesi, tende a presentarsi in una forma emisferica. Questo fattore garantisce una maneggevolezza maggiore di altre spade con elsa a cesto, a parità di bilanciamento, dal momento che il polso è più libero di compiere movimenti rotatori o distensivi. Si tratta comunque di spade piuttosto pesanti nella loro forma originale, essendo state pensate per la cavalleria; modelli successivi si trovano anche con lame più strette, simili a Rapier.

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Una spada Mortuary a doppio filo, decorata con il volto di Re Carlo I
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