Spada d’Arme

La Spada d’Arme medievale è a tutti gli effetti una evoluzione della cosiddetta Spada Vichinga, che di norma ha una lunghezza maggiore di quest’ultima, con una punta più acuminata e una guardia a croce decisamente più pronunciata. Presenta un buon tagliente, spesso con lama molto ampia nel punto di percussione, garantisce un affondo deciso e un’ottima maneggevolezza, anche se non eccelle in particolare in una sola di queste caratteristiche. Si tratta, in effetti, di un compromesso tra il potenziale di taglio e quello di penetrazione, un’arma molto versatile, che non a caso è rimasta in uso per secoli.

spada armi albion swords
Un ottimo esempio di Spada D’Arme, riproduzione di Albion Swords.

Per quanto riguarda la suddivisione che scegliamo di usare in questo sito, rientrano nel termine “Spada D’Arme” tutte quelle lame, con le caratteristiche descritte sopra, in uso in Europa a partire grossomodo dal secolo XI, e fino almeno al XV. Si tratta naturalmente di una definizione molto semplicistica, dato che la varietà di questa tipologia è immensa. Un grande lavoro nella sua classificazione è stato svolto dall’esimio studioso Ewart Oakeshott nel 1960, prendendo in considerazione caratteristiche quali la forma della lama, gli sgusci centrali e le dimensioni.

Dobbiamo però fare una precisazione: Oakeshott include nel suo elenco anche varianti di quella che noi definiremo (per nostra scelta), “Spada a Due Mani” e di cui parleremo in una pagina a sé stante, in quanto vogliamo considerarla come un’arma ben distinta dalla Spada D’Arme a mano singola, per la sua modalità d’impiego. La classificazione tipologica di Oakeshott, infatti, si basa principalmente sulla forma della lama dell’arma in questione, senza soffermarsi troppo sull’uso particolare che ne veniva fatto, mentre a noi quest’ultimo interessa molto di più.

oakeshott typology classificazione spada medievale
Il modello di classificazione Oakeshott per le spade medievali.

Rispetto alla canonica “Tipologia Oakeshott”, quindi, in questa pagina dedicata alla “Spada D’Arme” non prenderemo in considerazione le varianti: XIIa, XIII, XIIIa, XVa, XVIa, XVII, XVIIIb, XVIIIc, XX, XXa. Di queste parleremo invece nella pagina del sito dedicata alla Spada a Due Mani e in quella dedicata alla Spada Bastarda (altra variante che non esiste in nessuna suddivisione ufficiale, ma di cui parliamo in relazione al suo utilizzo particolare). Si ribadisce ancora che questa decisione è frutto di una semplice scelta personale nell’ambito del sito La Spada Perfetta, senza alcuna pretesa di scientificità.

La Spada D’arme si evolve direttamente dalla Spada Vichinga, con la quale condivide molte delle caratteristiche principali, tanto che a volte è difficile distinguere una tarda Spada Vichinga del X secolo da una Spada D’Arme vera e propria. Generalmente, in quest’ultima la lama si fa più lunga e acquisisce una punta più acuta, che si restringe sempre più rispetto alla base: ciò è dovuto in parte al miglioramento di qualità dell’acciaio disponibile nei secoli centrali del Medioevo, in parte alle nuove necessità di utilizzo che erano nate sui campi di battaglia europei di quegli anni.

Infatti lo sviluppo della cavalleria, sempre più importante nella società medievale, imponeva di usare armi abbastanza lunghe da sferrare colpi letali in sella a un destriero; al tempo stesso, però, anche le armature andavano evolvendosi e coprendo sempre di più il cavaliere: era quindi necessario che una spada avesse una punta pronunciata, in modo da insinuarsi tra gli anelli della cotta di maglia – prima – e negli interstizi dell’armatura a piastre – poi. Non a caso, in molti modelli di Spada D’Arme la lama va rastremandosi sempre più verso la punta, che perciò risulta più sottile rispetto alla base, adatta cioè ad infilarsi nelle fessure.

Spada D Arme
Una Spada D’Arme e parte di una cotta di maglia al Museo delle Armi Antiche di San Marino – Ph. Samuele Pareschi

L’elsa è un altro punto della Spada D’Arme che subisce una notevole evoluzione rispetto alla precedente Spada Vichinga, a partire dalla guardia, che si allarga notevolmente nel classico modello a croce al quale siamo abituati a pensare quando si parla di spade medievali. Anche in questo caso esiste una enorme varietà di forme, tra quelle incurvate verso l’alto, quelle ondeggianti o quelle semplici e diritte.

Il pomolo inizialmente è spesso rotondo o a mezzaluna, piuttosto ampio e pesante, ma esistono anche spade con il pomolo cavo, come ad esempio alcuni ritrovamenti appartenuti ai mercenari Gallowglass scozzesi. Nel corso dell’evoluzione della Spada D’Arme, soprattutto nella variante a due mani si notano pomoli sempre più fantasiosi, quadrangolari o esagonali, talvolta (non a caso), di forma simile a una piccola mazza d’arme.

Come si è detto, l’uso principale di questo tipo di spada era immaginato a cavallo, ma non bisogna dimenticare che la spada è sempre considerata arma secondaria in battaglia, rispetto ad un’arma in asta, come può essere una lancia. Nel Basso Medioevo, poi, alcuni trattati spiegano come essa sia relegata addirittura alla terza o quarta scelta, dopo la Mazza o il Martello – includendo lo Stocco tra le armi principali della cavalleria. In effetti si trattava ormai di un’arma poco efficace contro l’armatura pesante da cavaliere, che ora copriva interamente il corpo senza lasciare spazio a tagli o affondi superficiali. La spada era, più che altro, una scelta estrema in guerra, oppure un ottimo strumento di autodifesa nella vita di tutti i giorni; ancora, essa restava fondamentale a ogni nobile per affrontare i duelli d’onore, e per comunicare a chiunque lo status sociale di chi la sfoggiava.

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Due magnifiche spade al Museo della Rocca Sforzesca di Imola – Ph. Samuele Pareschi

Rispetto alle spade antiche, in effetti, nel Medioevo la modifica più profonda e radicale che interviene su quest’arma è costituita dall’elsa a croce. Oltre all’ovvio richiamo alla simbologia cristiana, che dunque faceva della spada uno strumento, in un certo senso, sacralizzato, essa rappresentava anche uno sviluppo funzionale decisamente utile nello scontro uno contro uno, ancor più che in guerra. Una maggior protezione per la mano si necessita nel momento in cui è più facile che la lama avversaria scorra fino a colpire le dita o le nocche della propria; vale a dire, soprattutto, in un contesto civile.

In precedenza era raro che un combattente affrontasse qualunque scontro – persino un duello – senza avvalersi di uno scudo, perciò i combattimenti erano costituiti soprattutto da colpi singoli ben assestati; ora invece i grandi sviluppi dell’armatura e, forse, i mutamenti del contesto sociale, portavano sempre più spesso a relegare lo scudo a situazioni particolari in guerra. I cavalieri si avvalevano di tecniche avanzate, studiavano la scherma fin dalla più tenera età: la scherma medievale portava spesso due guerrieri a far slittare le spade una sull’altra, cercando di trafiggere l’avversario o di avvicinarsi abbastanza per usare la letale Daga, sempre pronta ad essere estratta sul fianco destro.

sarcofago cavaliere medievale
Sarcofago di un cavaliere al Museo Civico Medievale di Bologna – (Ph. Samuele Pareschi)

Gli stessi fattori qui descritti (ma non solo), porteranno la Spada D’Arme ad una nuova evoluzione nel periodo che va all’incirca dal più tardo Medioevo al primo Rinascimento, creando ancora una infinità di modelli estremamente differenti, ma tutti accomunati da alcuni tratti peculiari, i quali saranno dunque classificati sotto al nome, spesso fuorviante, di “Spada da Lato”.


Scheda della Spada: 

                                        Lunghezza totale: 95 – 110 cm

                                        Lunghezza lama: 80 – 95 cm

                                        Peso: 1.100 – 1.400 g

                                       Epoca: secoli XI – XV (pieno Medioevo)

                                       Area: Europa

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