Spadino

Evoluzione del Rapier, decisamente più corto e leggero, ma sempre ottimizzato per l’affondo, tanto che un vero e proprio filo per la lama è spesso assente, in favore di una punta stretta e acuminata. Ciò in particolare nei modelli con lama detta “frantopino” o “colichemarde“, caratterizzata da una sezione triangolare rinforzata alla base. Presenta di norma un’elsa leggera con sottile paramano e copertura a valve o a tazza ridotta, nonché anelli per dita sopra a un breve ricasso. Offre uno scarso allungo, compensato però da estrema maneggevolezza e portabilità.

Spada Spadino
Esempi di Spadino al Museo Civico Medievale di Bologna – (Ph. Samuele Pareschi)

Nel corso del Settecento, il Rapier (la “Spada a Striscia” lunga e massiccia che si era evoluta dalla Spada da Lato rinascimentale), viene gradualmente sostituito dalla sua versione più corta e leggera: lo Spadino. Spesso privo di un vero e proprio filo tagliente, talvolta persino dotato di una lama a sezione triangolare, così da garantire una maggior resistenza nell’affondo, questa spada diviene presto una parte essenziale del vestiario del nobile gentiluomo. Autodifesa e duelli d’onore erano il suo utilizzo principale, tanto che la manualistica e la crescente raffinatezza delle sue tecniche ne faranno, in qualche modo, il punto d’incontro tra l’arte di scherma tradizionale e quella sportiva.

L‘elsa elegante dello Spadino, dotata di paramano e “conchiglie” sulla guardia, diverrà tipica del gentiluomo e verrà utilizzata a lungo per una serie di altre armi piuttosto simili allo Spadino nella forma: tra queste figurano certamente i cosiddetti “Spadroon” anglosassoni, almeno nella loro versione settecentesca, nonché alcune spade da parata per corpi come i carabinieri italiani. Guardie assimilabili erano inoltre utilizzate su alcuni tipi di Paloscio (spada da caccia) nello stesso periodo, e persino sulle più massicce Spade a Striscia vere e proprie.

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Vari modelli di Spadino esposti al Museo delle Armi Antiche di San Marino. Ultimo in basso, un probabile “spadroon” – Ph. Samuele Pareschi

Nello Spadino la guardia si alleggerisce, perdendo molti elementi della precedente complessità e venendo spesso costruita in leghe come ottone o bronzo, più sontuosi del freddo acciaio, ma anche meno resistenti. Gli anelli di protezione per le dita si restringono sempre più, divenendo a un certo punto vestigiali e perdendo quindi un reale utilizzo nel combattimento. La lama è ora più corta di quella del Rapier e la sua capacità di taglio ancor più minimizzata, tanto da perdere del tutto l’affilatura, in alcune occasioni. Questo fattore rende lo Spadino sorprendentemente robusto sul forte nella parata, e ne enfatizza ancora di più la potenza nell’affondo. Tali modifiche sono evidenti soprattutto nella varietà detta “colichemarde” o “frantopino“, che presenta appunto una lama sorprendentemente spessa alla base, a sezione triangolare e priva di affilatura.

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Uno Spadino composito con lama rinforzata alla Rocca di Gradara – Ph. Samuele Pareschi

Non è da sottovalutare l’impatto che ebbe questa spada sullo stile di combattimento degli ufficiali britannici e su quelli francesi, nel corso del XVIII secolo: molti di essi non avevano ancora un preciso addestramento militare all’uso della Sciabola o delle grosse spadone da cavalleria con elsa a cesto (entrambe tipologie ormai comuni sul campo di battaglia europeo), mentre, al contrario, la scherma “da duello” – praticata appunto con il tradizionale Spadino – era diffusa quasi universalmente tra i gentiluomini, come un vero e proprio sport. Ecco perché la predilezione per l’affondo piuttosto che per il taglio si rispecchia nelle scelte successive di molte tipologie di spade.

Sembra, in particolare, che la scelta dello Spadino come arma secondaria sul campo di battaglia, da parte di diversi ufficiali britannici, abbia portato direttamente a sviluppare una spada che doveva essere la perfetta via di mezzo tra la leggera arma da gentiluomo e la più impattante spadona da guerra: si tratta dello spadroon, al quale si accennava sopra. Un corto Spadino non era infatti ritenuto adeguato, da molti, a sopportare gli shock difensivi contro pesanti colpi di baionetta o di Sciabola; la sua mancanza di un vero impatto nei colpi di taglio, poi, ne faceva un’arma poco versatile alla quale affidare la propria vita.

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