La Spada a due Mani europea (la cosiddetta “longsword” britannica), è in sostanza una variante della Spada D’Arme, con lama più allungata e dall’impugnatura sempre a due mani. La lama è molto simile a quest’ultima, ma l’utilizzo a due mani garantisce maggiore potenza sia nel taglio che nell’affondo grazie alla leva vantaggiosa, oltre che una miglior resistenza nella parata. La guardia di una Spada a due Mani europea è quasi sempre cruciforme, ma la sua forma e le sue dimensioni possono variare sensibilmente, proprio come per l’arma stessa.

La Spada a Due Mani costituisce uno degli attributi più iconici della cavalleria medievale nell’immaginario collettivo: impiegata sia nei duelli d’onore che in guerra, si tratta di un’arma che ha avuto larghissima diffusione in Europa, anche se per un periodo di tempo relativamente breve, e che quindi dispone di una trattatistica di tutto rispetto, in particolare in ambito italiano e tedesco.
Prima di addentrarci nella storia e nella tecnica, tuttavia, è necessario mettere bene in chiaro di che tipo di spada stiamo parlando. La terminologia italiana è in effetti ambigua nella definizione di quest’arma, che in inglese viene invece chiamata longsword, cioè “spada lunga”. In italiano, bisogna distinguere nettamente una Spada a Due Mani dallo Spadone rinascimentale, sua diretta evoluzione di epoca successiva e di dimensioni maggiori. Quest’ultimo varia molto per forma e lunghezza, venendo definito a sua volta Zweihander in tedesco (che si traduce sempre con “due mani”), oppure Montante in spagnolo e portoghese. Termini che in realtà stanno ad indicare armi ancora distinte tra loro, ma che al momento non ci interessano: la spada di cui trattiamo in questa pagina è una variante della Spada d’Arme medievale, usata in Europa nel periodo che va all’incirca dal 1300 al 1500, e presente nella classificazione Oakeshott.

Lo studioso Ewart Oakeshott, nel 1960, compilava infatti una classificazione tipologica della spada medievale che ancora oggi è validissima per tutti gli studiosi, e che quindi non possiamo esimerci di prendere in considerazione anche qui. Va notato, in particolare, che Oakeshott non distingue nettamente una “spada d’arme” da una “spada a due mani”, come ho deciso di fare su La Spada Perfetta: al di là di pretese scientifiche – che non ho – il motivo di questa suddivisione è puramente pratico, dal momento che questo sito mette il suo focus sull’utilizzo che viene fatto di una tipologia di spada, e naturalmente una spada con impugnatura a due mani è usata in maniera sensibilmente diversa rispetto a una a mano singola. Come scritto sulla pagina del sito dedicata alla Spada D’Arme, quindi, parlando di Spada a Due Mani saranno prese in considerazione le varianti della tipologia Oakeshott classificate come: XIIa, XIII, XIIIa, XVa, XVIa, XVII, XVIIIb, XVIIIc, XX, XXa, che potete vedere nell’immagine in alto.
L’elsa della Spada a Due Mani medievale varia più che altro nel pomolo, che si presenta talvolta con una forma tondeggiante o squadrata, tipica della Spada D’Arme, talvolta in una versione più ridotta e allungata, volta probabilmente a consentire una presa più ampia. La guardia resta sempre essenzialmente cruciforme, pur con dimensioni non standard e bracci talvolta diritti, talvolta incurvati. Nell’impugnatura evidenziamo invece la presenza di modelli particolari (XVIIIb e XVIIIc nell’immagine in alto), con la parte posteriore che va restringendosi, forse per conferire meno ingombro o un diverso bilanciamento qualora si volesse usare l’arma a mano singola: è uno degli argomenti che tratteremo riguardo alla possibile interpretazione della cosiddetta Spada Bastarda.
La lama, invece, è l’elemento che varia più di tutti in questo tipo di spada, rappresentando il vero discrimine tra i modelli. Ne esistono di tutti i tipi: con sezione a diamante, esagonale o lenticolare, con uno o più sgusci, oppure prive di essi. Generalmente, comunque, quasi tutte le lame vanno ad assottigliarsi verso la punta, per consentire un buon bilanciamento e anche per insinuarsi meglio tra le piastre dell’armatura pesante; questa necessità porta in effetti a creare lame dalla punta sempre più acuta col passare del tempo.

La Spada a Due Mani medievale fa la sua comparsa effettiva intorno agli inizi del XIV° secolo (anche se alcuni primi esemplari potrebbero risalire addirittura al Duecento), venendo fin da subito a caratterizzare le classi sociali più abbienti o più elevate, come ad esempio quella dei milites, i famosi cavalieri medievali. Creare un’arma del genere era infatti più complicato e costoso rispetto ad una classica, con impugnatura a mano singola, perciò erano relativamente pochi coloro che potevano permettersi una simile committenza – o che volessero farlo.
La crescente popolarità della Spada a Due Mani ne fece comunque un’arma assolutamente nobiliare e adatta sia ad un duello in singolar tenzone, sia alla guerra vera e propria. I primi trattati sull’uso di questa spada risalgono alla fine del Trecento / inizio Quattrocento, quando si segnala in particolare il Flos Duellatorum del famoso maestro Fiore dei Liberi, in Italia. Dello stesso periodo è la scuola tedesca di Johannes Liechtenauer, che però non compila un vero e proprio trattato, ma trasmette i suoi insegnamenti attraverso un poemetto in versi. Entrambi i maestri di scherma pare abbiano appreso molto sull’arte di armizare nei loro viaggi in diverse corti europee, per poi rielaborare queste tecniche e farle proprie.
I due stili di combattimento, perciò, quello “tedesco” e quello “italiano”, si sono in realtà quasi sicuramente influenzati a vicenda, sia prima che dopo l’esperienza di Fiore e Liechtenauer. Nella Spada a Due Mani italiana riconosciamo generalmente un maggior numero di tecniche volte a controllare la spada avversaria, talvolta anche avvicinandosi molto e tentando il disarmo; inoltre Fiore parla ampiamente di tecniche da svolgere soprattutto in armatura e tecniche “a mezza spada”. Il sistema tedesco tende piuttosto ad anticipare i colpi avversari; bisogna comunque tenere a mente che Liechtenauer si rivolgeva più che altro a spadaccini già esperti, suggerendo in una lingua criptica dei “colpi segreti” per contrastare quelli che all’epoca dovevano essere i sistemi di combattimento più comuni.

La Spada a Due Mani è un’arma che si presta bene ad affrontare una quantità di avversari differenti, indipendentemente dal tipo di protezioni che questi indossano. Si tratta di una spada molto agile proprio per l’uso a due mani che consente una leva favorevole, cosicché, pur avendo normalmente un peso maggiore rispetto alle altre tipologie di spade, la due mani può essere maneggiata molto rapidamente, laddove con rapidità intendiamo la velocità potenziale sia del colpo singolo che del cambio di guardia. In particolare notiamo che questa spada offre, nel complesso, una difesa migliore rispetto alla controparte medievale a mano singola: non soltanto perché la lama più lunga copre potenzialmente un’area più ampia, ma anche perché la forza espressa dall’utilizzo a due mani consente di bloccare anche i colpi più poderosi con un minor dispendio di energie.
Si tratta, inoltre, di una spada che potrebbe essere stata creata appositamente per affrontare nemici in armatura pesante da cavaliere. Questo tipo di armatura a piastre, popolare a partire proprio dal XIII°-XIV° secolo, quando compaiono le prime Spade a Due Mani, era davvero efficace nel proteggere il cavaliere dai colpi di taglio, tanto che questi sarebbero risultati inutili.
La due mani offriva allora una alternativa (sia in guerra che nel duello armato), cioè le tecniche a mezza spada: afferrare la lama con una mano garantiva maggiore controllo e potenza per cercare di infilzare precisamente le fessure tra le piastre dell’armatura, oppure poteva essere un modo di bloccare l’arma o le braccia dell’avversario, disarmandolo per poi finirlo con la daga. Ancora, una tecnica inconsueta ma decisamente praticata, poteva essere quella di rivoltare completamente la spada, utilizzandone il grosso pomolo o la guardia a croce come una specie di mazza d’arme, per portare colpi da botta importanti all’elmo o alle giunture.

Non è da sottovalutare anche il fatto che, sia la lunghezza della lama che la forza data dalle due mani, facevano della Spada a Due Mani un’arma utile persino contro la lancia o l’azza da guerra: un fattore molto importante per un cavaliere, al quale poteva capitare di trovarsi disarcionato sul campo di battaglia, improvvisamente sprovvisto della propria lancia e, soprattutto, dello scudo. È significativo che il progressivo declino della cavalleria dalla fine del XV° secolo non abbia però portato ad una scomparsa di tale arma, bensì ad una sua evoluzione in senso opposto, aumentandone sensibilmente le dimensioni e facendone una spada da fante.
Esistono anelli di congiunzione tra la due mani medievale e lo Zweihander rinascimentale, ovvero spade particolarmente grandi e pesanti chiamate Warsword in inglese, cioè “spade da guerra”: queste raggiungono dimensioni considerevoli, pur mancando ancora di anelli di guardia o dei caratteristici denti d’arresto, tipici delle evoluzioni successive. Un esempio perfetto è la cosiddetta spada Claymore scozzese a due mani. Possiamo ancora considerare questi modelli nella nostra tipologia di Spada a Due Mani, benché si tratti di armi meno maneggevoli e, generalmente, non ottimali per il duello.
Il fatto che le Spade a due Mani tendessero a crescere in dimensioni è attestato anche nella trattatistica, almeno a giudicare dalla differenza nelle illustrazioni, nella descrizione letterale e anche nel modo in cui l’arma veniva utilizzata: Filippo Vadi e Francesco Alfieri, tra i secoli XV e XVII, asseriscono che una “Spada a due mani” propriamente detta non debba superare, tenuta in verticale, l’ascella di chi la usa (al contrario dello Spadone, che invece doveva avere pressappoco la stessa altezza dello spadaccino); questo separa nettamente la Spada a due Mani dei due maestri rinascimentali da quella di Fiore dei Liberi, ad esempio, che appare ben più corta e maneggevole, tanto da poter essere usata anche a mano singola in certi movimenti e per il “gioco stretto” di cui sopra.
Scheda della Spada:
Lunghezza totale: 110 – 130 cm
Lunghezza lama: 90 – 100 cm
Peso: 1.200 – 1.700 gr
Epoca: secoli XIII – XVI (basso medioevo)
Area: Europa