Yatagan (Yataghan)

Spada corta monofilare a mano singola; la lama ha una forma caratteristica con una curvatura a forma di falce, affilata sul lato concavo, che ricorda quella di un coltello Kukri, o di una Falcata celtica; nello Yatagan tuttavia essa torna ad incurvarsi verso l’alto in prossimità della punta. Questo permette di allineare la punta con il manico, mantenendo un buon potenziale nell’affondo, oltre a quello, ottimo, nel taglio. L’elsa è priva di guardia, mentre il pomolo ha una forma caratteristica a due valve che richiama vagamente quella di un osso.

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Lo Yatagan (o Yataghan), è una spada corta a mano singola caratteristica di varie zone dell’Impero Ottomano. La sua peculiare lama ricurva ricorda spade come la Falcata celtica ed è forse derivata, al pari di quest’ultima, dall’antico Kopis greco: affilata sul lato concavo, a differenza delle più classiche Scimitarre, questa torna ad incurvarsi verso l’alto in prossimità della punta, in una forma a “S” tutt’altro che casuale. Un profilo di questo tipo permette di portare colpi di taglio con un’ottima forza di impatto, ma allo stesso tempo riallinea la punta dell’arma con il manico, in modo da renderla adatta anche agli affondi diretti; qualcosa che con una spada ricurva è in genere più difficile da ottenere.

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Il manico dello Yatagan ha anch’esso una forma molto caratteristica a due valve, costruite in legno o in avorio e montate ai lati del codolo, che rimane a vista; tale forma, vagamente simile ad un osso, ricorre anche in alcuni tipi di pugnale di epoca medievale o rinascimentale (i pugnali “a orecchie”, o “a valve”, appunto), dove serviva a tenere saldo il pollice tra le due valve nella presa rovesciata, in modo da ottenere più forza nell’affondo. Nel caso dello Yatagan sembra invece più probabile che si trattasse di un semplice effetto estetico, anche se la stessa funzionalità non è da escludere; certo è che questa forma permette anche una presa ben salda sul manico al momento di portare fendenti con una grande potenza, nonché di estrarre l’arma dal fodero con facilità.

Nata probabilmente da armi più antiche, questa spada corta si trova spesso impreziosita di gioielli e metalli preziosi, con impugnatura in avorio di tricheco o in legno pregiato. Equivalente per utilizzo al più conosciuto “Kilij” turco, la classica “Scimitarra” da cui sarebbero derivate le Sciabole occidentali, lo Yatagan ne rappresentava talvolta un sostituto per i nobili meno abbienti, che non volevano comunque sfigurare, oppure un’arma secondaria indossata nelle occasioni più mondane. Versioni più spartane e di dimensioni più ridotte potevano invece costituire una sorta di coltello da caccia o da sopravvivenza.

Degno di nota è il fatto che versioni dello Yatagan in varie fogge e in diverse lunghezze si possono ritrovare in tutta la vasta area appartenuta un tempo all’Impero Ottomano, per un periodo piuttosto lungo, fino addirittura al tardo XIX secolo, quando lame con questa forma caratteristica furono usate anche per le più corte baionette da montare sui fucili di alcune truppe appartenenti a eserciti europei. Si tratta di un fattore importante, poiché testimonia la grande funzionalità di questo tipo di lama, che come abbiamo detto rappresenta sostanzialmente un compromesso fra il potenziale di taglio e quello di affondo.

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Coppia di Yatagan infoderati al Museo Civico Medievale di Bologna – Ph. Samuele Pareschi
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