La Spada Perfetta: alla ricerca della spada impossibile

Fin dalla creazione del blog La Spada Perfetta, a partire dal primo articolo che spiegava i presupposti da cui avrebbe preso le mosse, un concetto è stato sempre messo in chiaro: qualunque sia la definizione che utilizziamo di “spada perfetta”, essa non può mai prescindere dal contesto nel quale l’arma in questione dovrà essere utilizzata. In parole povere, non si può pensare all’idea di una spada davvero “perfetta” senza prendere in considerazione tutta una serie di aspetti esterni all’oggetto in sé: l’avversario contro il quale si deve combattere, innanzitutto – ammesso che ce ne sia uno solo – e, in secondo luogo, lo scenario nel quale ci si trovi ad usare questa spada.

Come sarà armato il nostro antagonista? Avrà protezioni di qualche genere o sarà nudo? Quali saranno la sua stazza e la sua abilità? Dovremo affrontarlo da solo, o in gruppo? Ancora, quale sarà l’ambiente in cui si dovrà combattere, e quali le necessità particolari per quello scenario? Se, ad esempio, dovessimo usare la spada a cavallo, ciò cambierebbe tutto rispetto a uno scontro a piedi, così come un’area ristretta necessiterebbe di accorgimenti diversi rispetto ad una ampia. Se poi uno scudo entra nell’equazione, l’allungo diventa secondario e l’intera meccanica dello scontro si modifica.

duello cavalieri spada arme medievale scudo brocchiero

Altri elementi sono spesso sottovalutati, restando al di fuori delle analisi di questo tipo, mentre al contrario sono forse i più importanti: chi dovrà usare la spada, e quali saranno le sue abilità e la sua corporatura? In effetti, uno dei commenti che risulta più spesso tra le risposte agli articoli del blog, si può riassumere così: “La spada perfetta è quella che l’utilizzatore sa adoperare meglio”. Sacrosanta verità. Uno schermidore addestrato per tutta la vita con la Spada a Striscia non darà mai il massimo se si troverà costretto a usare una Sciabola, mentre l’esperto di Kendo giapponese potrebbe avere qualche difficoltà a rapportarsi, ad esempio, con una Schiavona o uno Spadino.

Resta però il fatto che le capacità sono trasferibili, e diverse tipologie di spade possono essere usate con stili e tecniche piuttosto simili tra loro, magari perdendo solo parte della loro efficacia: un ottimo esempio sono la Sciabola e le coeve spade con elsa a cesto, tutte virtualmente utilizzabili, grossomodo, alla stessa maniera. Ciò vuol dire che un altro fattore da tenere in considerazione, nella ricerca della spada perfetta, dovrebbe essere la sua versatilità dal punto di vista di chi la utilizza.

domenico angelo the school of fencing

Alla luce di tutti questi fattori, altri, come il materiale usato, la sagomatura della lama, le dimensioni dell’arma e la forma dell’elsa, risultano del tutto subordinati – vale a dire che dipendono sempre dal contesto nel quale ci troviamo. Una lama curva e a filo singolo come la Katana può risultare un’ottima scelta contro nemici con protezioni leggere, ma una Spada a Due Mani sarà sempre migliore, trovandosi contro un’armatura a piastre.

La spada, inoltre, non è necessariamente uno strumento atto soltanto a combattere o ad uccidere. Certo, questo è lo scopo peculiare con cui tutte le spade vengono costruite, ma se stiamo cercando la spada perfetta in assoluto, dobbiamo tenere conto anche del fatto che alcune di esse possono risultare utili in ambiti diversi dalla guerra, dal duello o dall’autodifesa: aprirsi la strada in mezzo a una giungla intricata, per esempio, oppure tagliare corde in situazioni di emergenza, liberare dalla boscaglia la visuale per un pezzo d’artiglieria, o addirittura spaccare legna e abbattere piccoli alberi. Spade che possano compiere questi lavori (sebbene non alla perfezione) risulterebbero molto più utili delle altre, in determinate circostanze, guadagnando certo dei punti nella nostra tabella immaginaria che conduce alla spada perfetta.

lama katana tempra differenziata

Torniamo dunque alla definizione di “spada perfetta”, che deve tenere conto di tutti questi fattori messi insieme. Non è certo un’impresa facile, anzi, potrebbe sembrare disperata. Se dovessi dare, personalmente, una definizione di che cosa sia davvero la “spada perfetta”, penso che suonerebbe all’incirca così: “La spada perfetta è quella spada che, in qualunque situazione, contro qualunque avversario e utilizzata da chiunque, risulti la spada in assoluto più indicata a ogni scopo”.

Una frase altisonante e dall’aria conclusiva, che sembra riassumere bene tutti i concetti finora elencati. Ma esiste davvero un oggetto del genere? Come può una spada essere veramente la migliore, quella assolutamente più adatta, sia in un duello che in una battaglia? Sia a cavallo che a piedi? Sia per tagliare legna che per infilzare un nemico protetto da una cotta di maglia? Oltre a questo, le combinazioni possibili di scenario, avversari e utilizzatori sono probabilmente un numero vicino all’infinito, ed è certo impossibile considerarle tutte.

katana vs spada a due mani

Risulta evidente che la risposta è negativa. Non esiste una spada simile, quanto meno una che sia in assoluto la più adatta, la migliore in tutti questi ambiti. La frase è quindi un controsenso di per sé.

Se però vogliamo intestardirci, e trovare davvero una definizione che si avvicini il più possibile al concetto inarrivabile di “spada perfetta”, possiamo ancora spaziare di molto nell’ambito del reale. Anche se non esiste una spada che sia perfetta in ogni situazione, potremmo cercarne una che sia, almeno, abbastanza efficace nella maggior parte dei contesti che potremmo prendere in considerazione. In questo modo non avremo forse la spada perfetta in assoluto, ma una spada che, nei imiti del possibile, costituisca la scelta migliore per chiunque, pur non sapendo per cosa ci servirà in futuro. In definitiva, un compromesso.

Quando si parla di compromessi, molti storcono il naso, pensando istintivamente a uno strumento che, cercando di fare un po’ di tutto, non riesce a fare nulla in maniera ottimale. Se questo è vero per alcune spade sperimentali create nel corso della storia – ne è un esempio il famoso modello di Spadroon britannico del 1796 – non vale però per tutte le altre spade. In verità, la storia dell’oplologia è piena di compromessi: basti pensare alla classica Spada d’Arme tardo-medievale, perfettamente capace (a seconda del modello) di affondare attraverso una cotta di maglia, oppure di mozzare un arto con un semplice fendente, se usata nel modo giusto. Un’arma tuttavia imperfetta, piena di lacune, come l’elsa poco protettiva, l’allungo non ottimale, il bilanciamento piuttosto avanzato, eppure usata in moltissime occasioni – nelle sue mille varianti – almeno per quattro secoli.

manoscritto i33 scherma spada e brocchiero

Esistono spade universalmente migliori della Spada d’Arme? Per quanto mi riguarda, certamente . Personalmente ritengo che, per trovare la spada perfetta secondo la definizione che abbiamo individuato – quella di un sostanziale compromesso fra tutte le sue caratteristiche – si debba guardare ben oltre il periodo medievale, dirigendosi verso l’epoca moderna. Questa idea non dipende unicamente dalle migliorie tecnologiche allora in atto – già secoli prima dell’età industriale si può trovare ottimo acciaio in giro per il mondo, e lavorato in maniera impeccabile – ma piuttosto dagli esiti di un confronto portato avanti tra le diverse culture e le diverse idee di quello che era il combattimento, la battaglia, l’utilizzo civile e militare delle armi bianche. Tecnica e sperimentazione raggiungono il culmine a un certo punto della storia, consegnandoci alcune tipologie di spada che sono effettivamente progettate per servire tutti i possibili proprietari in una grande varietà di situazioni diverse.

Se, a questo punto, pensate che stia per rivelare la mia opinione su quale sia veramente la spada perfetta, mi dispiace deludervi. Ho certamente un’idea abbastanza precisa in proposito, ma qualunque cosa dovessi dire, resterebbe sempre una mia opinione personale, viziata dalla mia soggettività almeno quanto il presente articolo. Penso comunque che il lettore, giunto a questo punto, si sia fatto un’immagine abbastanza nitida di quella che dovrebbe essere, per lui, la spada perfetta secondo la definizione che abbiamo trovato, e forse non sarà d’accordo con me su alcuni nodi fondamentali.

Potrei certamente sbagliarmi, e forse la spada perfetta è da ricercare nell’antichità, o magari addirittura nel futuro. Quel che è certo, è che la nostra ricerca appassionante alla scoperta della spada perfetta non finisce qui e, forse, è destinata a non avere mai una fine.

Armeria spade scudo tipologie

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4 pensieri riguardo “La Spada Perfetta: alla ricerca della spada impossibile

  1. Il gladio romano non potrebbe essere un buon candidato per essere una “Spada Perfetta”? Uno lo può utilizzare sia all’aperto che all’interno, è maneggevole (il che gli da un vantaggio su altre armi forse più letali, ma pesanti), a doppio filo (se non erro) e immagino che quasi tutti i combattenti lo possono utilizzare a prescindere della costituzione fisica. La buttò così… oppure pensavo al falchion o al “Klaive” nel GDR “Licantropi: l’Apocalisse”…

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    1. Grazie del commento! Per quanto riguarda il Gladio romano, la considero una spada molto versatile e utilissima in certe situazioni: non a caso funse da modello per una serie di spade moderne usate dall’artiglieria francese e poi da molti altri corpi militari! Per non parlare di altre sue evoluzioni più o meno dirette, come la famosa spada dei cosacchi. Tuttavia resta sempre una spada molto corta e che non offre protezione alla mano, quindi in un duello in campo aperto avrebbe un grande svantaggio su spade classiche come una semplice Sciabola o una Striscia.
      Il Falcione mi sembra si avvicini molto di più al nostro concetto, soprattutto nella sua variante “Dussack” germanica o nella Storta italiana, quando possiede almeno un paramano o anelli protettivi.

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    2. Ah, non conoscevo il “Klaive” ma grazie perché mi hai fatto scoprire un bel gdr, adoro i licantropi 😁

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      1. Questo gdr è una cannonata, forse ne parlerò sul blog…

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