Eccoci finalmente alla seconda parte di questa miniserie di articoli dedicati alle spade leggendarie della saga Pirati dei Caraibi in collaborazione con Parola di Quattrocchi! Nel primo articolo della serie (Pirati dei Caraibi e le 3 spade leggendarie – Parte 1: La Spada del Destino) ci siamo dedicati soprattutto alla spada forgiata da Will Turner per l’ammiraglio James Norrington, che accompagna i nostri eroi per l’intero corso della prima trilogia, finendo addirittura nelle mani del terribile capitano-polpo Davy Jones, dell’Olandese Volante, prima di scomparire per sempre negli abissi marini.
Non era però la prima volta che Davy Jones, nella sua lunga vita, si imbatteva in una spada incredibile, e lo stesso può dirsi di Jack Sparrow. Nella serie di romanzi per ragazzi, considerata canonica per il franchise di Pirati dei Caraibi e ispirata alla giovinezza del capitano, troviamo infatti un lungo capitolo che riguarda la leggendaria spada magica di Cortés, costituito dai primi quattro romanzi della serie, i quali sono stati anche raccolti in un cofanetto chiamato, appunto: “The quest for the sword of Cortés”.
Hernàn Cortés fu un conquistador spagnolo realmente esistito, che negli anni ridusse l’impero Azteco alla sottomissione della Spagna. Secondo la fantasiosa ricostruzione di Pirati dei Caraibi, il merito dei suoi grandi successi sarebbe stato tutto della sua straordinaria spada magica: una spada dai poteri incredibili, come quello di governare i venti, trasfigurare gli oggetti o teletrasportare le persone. Questa spada impaurì gli Aztechi a tal punto, da considerare Cortés addirittura come l’incarnazione del loro dio Quetzalcoatl, il famoso serpente piumato, ritornato in forma umana.
Nei libri la spada è raffigurata come una sorta di Sciabola a lama diritta, con elsa piena e ampio paramano, forse più simile ad un lungo e robusto Cutlass. Si tratta di una libera ispirazione dell’illustratore, che in questo caso ha ben poco a che fare con la realtà: un simile tipo di elsa, infatti, non si ritrova prima dell’Ottocento su sciabole e spade simili, perciò siamo ben lontani da quella che poteva essere l’arma di un conquistador del XVI secolo, e anche dalle spade settecentesche che avrebbero dovuto usare gli altri protagonisti della serie. Come abbiamo puntualizzato nell’articolo precedente, ricordiamo che la saga di Pirati dei Caraibi è ambientata idealmente in un lasso di tempo che comprende all’incirca la prima metà del Settecento, quando ancora else così ampie non erano comuni in ambito navale.
In effetti questo errore è riproposto molto spesso anche in tutti i film della saga: accanto a verosimili Sciabole con elsa a tre vie in ottone, brandite per lo più da ufficiali britannici, compaiono spesso dei Cutlass dalla forma molto più vicina a quella moderna, con else oltremodo ampie. Questa tipologia di Cutlass sarebbe stata diffusa in seguito tra i marinai inglesi ottocenteschi, ma nel periodo in cui è ambientata la nostra storia un pirata avrebbe usato armi più semplici, magari dotate soltanto di un sottile paramano, o anche prive di guardia.
Ciò non vale, naturalmente, per il personaggio storico di Hernàn Cortès, che come abbiamo detto è realmente esistito tra il 1485 e il 1547. Partito da Cuba alla conquista del Messico nel 1519 con un mezzo migliaio di soldati, costui raggiunse presto la capitale dell’impero Azteco, Tenochtitlàn, una enorme e avanzata città il cui sovrano Montezuma lo credette veramente l’incarnazione del serpente piumato, giunta a riformare le leggi. Cortés naturalmente approfittò delle circostanze, ma presto la situazione degenerò e, nel 1521, in seguito a una sanguinosa battaglia, la città di Tenochtitlàn fu conquistata e rasa al suolo, la popolazione sterminata.
La superiorità militare degli spagnoli dipese soprattutto dal loro vantaggio tecnologico, in particolare l’uso esteso dell’acciaio per corazze, elmetti e spade, nonché naturalmente della polvere da sparo; tuttavia in questo periodo le armi da fuoco non erano ancora così avanzate da costituire un divario insormontabile per archi e frecce, mentre le spade e le armature degli spagnoli dovettero renderli quasi invincibili agli occhi degli indios. Ma di quale spada si sarebbe servito un personaggio come Cortés, calato decisamente nella sua epoca storica?
Una buona risposta – anche se non definitiva – è costituita da un reperto conservato alla Real Armeria di Madrid: una spada direttamente attribuita proprio a Hernan Cortés. Si tratta di un bellissimo esempio del tipo di spada che i civili e i militari spagnoli che potevano permetterselo, in quest’epoca, erano soliti portare al proprio fianco, alcuni pronti a sfidare a duello chiunque in caso del minimo sgarbo. L’elsa a due vie con paramano e anelli di guardia incornicia una lama ancora abbastanza ampia rispetto a quella che sarà l’evoluzione successiva della tipologia, ma la lunghezza (più di un metro) suggerisce che la si possa classificare tranquillamente come quella che in italiano è detta Spada a Striscia: un tipo di spada ottimizzata per il duello civile, con marcata predilezione per i colpi di punta.
Gli spagnoli chiamavano ancora “espada ropera” questo tipo di arma, che veniva appunto portata sul soprabito; un termine passato al francese come rapiére e quindi all’inglese come rapier, dando adito a una serie di fraintendimenti tra la Spada da Lato vera e propria (che in spagnolo veniva chiamata allo stesso modo) e la successiva Striscia, a lama più lunga e stretta: spesso è molto difficile distinguere una di queste tipologie dall’altra, e alcuni reperti possono essere classificati in entrambi i modi.
Quando si parla di spade attribuite a un personaggio famoso, non è mai il caso di andare troppo certi della loro provenienza (fa testo il caso di William Wallace); inoltre, anche dando per scontata l’attribuzione di quest’arma a Cortés, non è certo detto che sia proprio questo il tipo di spada che portò con sé nelle Americhe, anzi: uomini ricchi e famosi come il conquistador possedevano spesso più di una spada allo stesso tempo, e Cortés ebbe quasi settant’anni per ampliare la sua collezione.
A questo aggiungiamo che un Rapier non si presta particolarmente bene ad essere usato in un ambiente come quello che gli spagnoli incontrarono nell’America centrale, spesso composto da vegetazione intricata in mezzo alla quale aprirsi la strada con spade dotate di una lama abbastanza ampia; in effetti in alcune raffigurazioni dell’epoca notiamo che i soldati spagnoli brandiscono per lo più spade semplici, più corte e larghe di una Striscia e ancora molto simili, in sostanza, alla Spada d’Arme medievale usata fino al secolo precedente. È probabile che Cortés si fosse dotato di un’arma simile per il viaggio, magari un po’ più lussuosa rispetto a quelle dei soldati semplici.
Secondo la storia narrata in Pirati dei Caraibi, il potere di Cortés fu immenso fino a quando non perse la sua spada, la cui leggenda secoli dopo destò l’interesse di Davy Jones, il mostruoso capitano dell’Olandese Volante. Costui inviò il capitano Torrents alla ricerca del prezioso oggetto magico, a partire dal suo fodero; tuttavia proprio il giovane Jack Sparrow incapperà nel personaggio, sottraendogli il fodero e partendo alla sua volta alla ricerca della spada magica di Cortés: un’avventura che il nostro caro Jack non si sarebbe mai fatto scappare!
Dopo una serie di incredibili avventure, e il passaggio nelle mani di diversi personaggi, la spada riuscirà a tornare nientemeno che nelle mani dello stesso Cortés, il suo proprietario originale, il cui spirito viene invocato per mezzo di un incantamento magico. Il fantasma del conquistador si finge dapprima amico di Jack, insegnandogli come usare la spada nel modo giusto, salvo poi rivelare i suoi piani per un ritorno alla vita e una nuova conquista dell’ex impero Azteco. Sarà lo spirito di Montezuma, la sua antica nemesi, a salvare la situazione una volta liberato a sua volta dal giovane Jack Sparrow.
Che fine fece allora la magica spada di Cortés, fonte di tanti problemi? Nessuno conosce tutta la verità: una volta salvato il mondo della pirateria, Jack Sparrow compirà la saggia scelta di affidarla alla maga Tia Dalma, una presenza importante nella trilogia di film che termina Ai confini del mondo, quando lo strano personaggio rivela la sua vera natura e sparisce tra i flutti come la dea Calypso. La spada magica di Cortés, forse, potrebbe essere ancora celata chissà dove nella sua capanna…
Ancora una volta abbiamo visto come il mondo del Fantasy, debitamente analizzato e contestualizzato, possa portare a riflessioni molto interessanti sul reale – nel nostro caso in ambito storico e pratico. Un ottimo motivo per proseguire la nostra analisi nel prossimo, conclusivo capitolo di “Pirati dei Caraibi e le 3 spade leggendarie”!