Se siete capitati su questo articolo, molto probabilmente avrete almeno una vaga conoscenza di cosa sia un gioco di ruolo: in definitiva si tratta ormai di cultura popolare. Dal gioco di ruolo per eccellenza, Dungeons & Dragons (abbreviato spesso in “D&D”), negli anni si sono evoluti una lunga serie di altri giochi più o meno simili, nei quali un gruppo di giocatori si riunisce attorno ad un tavolo per interpretare personaggi fantastici, sotto l’attenta guida di un “game master”. Il mondo nel quale si muovono questi personaggi fittizi è normalmente una sorta di medioevo fantasy, simile a quello di romanzi come Il Signore degli Anelli o Conan il Barbaro; tuttavia esistono variazioni sul tema quasi infinite, e spesso i giocatori sono chiamati ad affrontare sfide in realtà molto diverse: dalle atmosfere horror-gotiche, al selvaggio west, alle ambientazioni post-apocalittiche o addirittura nel mondo reale.

Ciò che accomuna molti dei giochi di ruolo esistenti è il fatto di suddividere i personaggi in “classi” che determinano aspetti quali le loro abilità speciali, le loro attitudini e anche diversi loro risvolti caratteriali. Molte di queste classi si rifanno essenzialmente ad alcune di quelle presenti nelle prime versioni di D&D, dal momento che esse rappresentano molto bene alcuni “tipi umani”, per così dire, che è possibile incontrare anche nel mondo reale, nella vita di tutti i giorni. Non sto certo parlando di un Mago che lancia incantesimi in ufficio, o di un Paladino che duella per strada con il meccanico! Se guardiamo però ad alcuni tratti specifici delle classi, come il carattere di un personaggio, i suoi gusti personali o la sua attitudine fisica, ci accorgiamo che molti dei nostri conoscenti potrebbero rientrare bene in una di queste categorie.
Da qui, e da una passione per gli accattivanti mondi fantasy alla Dungeons & Dragons, oltre a quella per le spade, nasce l’idea di indagare più nello specifico la questione che tutti noi ci siamo posti una volta o l’altra: quale sarebbe la spada perfetta per ogni classe di personaggio, traslata nel mondo reale? Le classi sono molte, anche limitandosi a quelle originarie in D&D, ed è impossibile vagliarle tutte in un unico articolo: ecco perché questo sarà il primo di una serie di articoli in merito. Se siete appassionati di giochi di ruolo troverete questa domanda accattivante; se invece nella realtà vi identificate con una di queste classi, o conoscete qualcuno che potrebbe rientrarvi, è una bella occasione per cercare la vostra spada perfetta!

Andiamo dunque ad iniziare, e quale classe migliore del Barbaro, per aprire davvero la battaglia? Provenienti da terre selvagge e sconosciute, questi guerrieri senza paura sono infatti spesso i primi a lanciarsi all’assalto, urlando a squarciagola e roteando la propria arma nella furia berserk denominata “ira barbarica”. Come tutte le classi, il Barbaro può essere interpretato in molti modi diversi e da molte razze, anche le più improbabili, e ogni gioco di ruolo può avere una definizione un po’ diversa per questo tipo di personaggio. Tuttavia i suoi tratti originali sono presi decisamente da un certo filone di film e romanzi, come ad esempio quelli di Conan e Kull di Valusia. Il più importante di questi tratti è l’impulsività, che fa davvero del Barbaro quello che è, ovvero un forte combattente pronto all’ira e alle decisioni poco assennate.

Un Barbaro è quindi incline ai fatti, più che non alle parole (del resto non ha generalmente alti punteggi nelle caratteristiche mentali), e la sua corporatura massiccia contribuisce a farne un pessimo nemico. Il secondo punto di forza di questo personaggio è, a dire il vero, proprio la sua forza: temprati da mille battaglie, abituati a sfruttare al massimo la propria possanza fisica, i barbari di norma portano all’estremo questo concetto.

In virtù di queste caratteristiche principali, molti barbari nei giochi di ruolo brandiscono armi grandi e pesanti, proprio come ci si aspetterebbe di primo acchito: grandi asce, assimilabili all’Ascia Danese, grandi martelli oppure Spadoni molto simili allo Zweihander tedesco. Quest’ultimo apparirebbe come una scelta logica per un Barbaro, e in effetti molti di essi apprezzano il timore che incutono le grandi spade; tuttavia in questo articolo non stiamo parlando di quale arma un Barbaro sceglierebbe (la qual cosa dipende esclusivamente dai gusti e dalla storia del personaggio), bensì di quale spada sia la migliore, la più adatta ad essere usata da un personaggio di questo tipo.
Lo Spadone a due mani è allora l’arma migliore che un Barbaro possa usare, in una campagna avventurosa o su un campo di battaglia? Non è per niente una domanda scontata. La potenza e l’impulsività sono certo caratteristiche utili a un guerriero, che gli permettono di usare un’arma pesante molto più facilmente di altri, esprimendo anche una grande forza d’impatto; tuttavia questi due fattori possono trasformarsi in un punto debole del Barbaro, soprattutto nel momento in cui egli si lascia prendere dall’ira e smette di ponderare i propri attacchi, agendo in prevalenza d’istinto.

Usare una grande spada a due mani, come Zweihander tedesco o Montante iberico, non richiede soltanto forza fisica, ma anche una buona dose di pratica, esercizio e perizia tecnica, per sfruttare al massimo il suo potenziale compensando i punti deboli di una simile arma. Come già accennato in altri articoli, infatti, uno Spadone ha lo svantaggio di dover restare sempre in movimento, e richiede una certa destrezza per essere mosso abbastanza rapidamente da deflettere gli attacchi nemici. Non che il Barbaro sia tipo da curarsi di simili “sciocchezze”, anche se dovrebbe.
Proprio il background culturale di questo personaggio, infatti, lo porta a vedere la resistenza fisica come una questione d’onore e un punto d’orgoglio: le armature pesanti sono per i pavidi e i deboli, che non riescono a sopportare il dolore di una semplice lancia nella milza, mentre il Barbaro sfrutta le ferite a suo vantaggio, nutrendo la propria sete di sangue. Questi tratti, accattivanti in un gioco di ruolo, sono però svantaggi nella realtà, dove la sola tempra caratteriale non basta a sopperire un arto mozzato, e invece dei punti ferita la posta in gioco è la sopravvivenza. Difendersi dagli assalti nemici con uno Spadone è più difficile che con spade più corte e leggere e, soprattutto a distanza ravvicinata, questa grande spada non offre molte possibilità nemmeno per contrattaccare.

Un Barbaro lanciato all’attacco, incurante dei danni fisici e protetto al più da un’armatura leggera (ma talvolta anche a torso nudo), offrirebbe nel mondo reale un facile bersaglio ai nemici armati di lunghe aste, per non parlare delle armi da tiro. Se queste ultime rappresentano un problema per tutti, si può invece porre rimedio alla troppa vulnerabilità del nostro guerriero furioso, anche senza far ricorso alle armature che tanto disprezza. Un primo modo sarebbe quello di rendere l’elsa della propria spada più protettiva, sia per la mano che per il resto del corpo: questo aiuterebbe il Barbaro a rischiare meno di farsi mozzare le dita, per esempio, anche nei momenti in cui è preda dell’ira; la seconda opzione, non per forza disgiunta, è quella di usare uno scudo.

Entrambi queste soluzioni vanno contro alla teoria dello Spadone a due mani come spada perfetta per il Barbaro: una perché prevede di occupare la mano secondaria con lo scudo, l’altra perché l’elsa di queste grandi spade, di norma cruciforme, con uno o due anelli in aggiunta alla guardia, non è certo tra le più protettive. A questo aggiungiamo che i barbari, anche se normalmente condividono tutti una certa possanza fisica, non sono necessariamente altrettanto alti (soprattutto quando si parla di Nani, Halfling o altre piccole razze): questo non significa che un personaggio di bassa statura non possa brandire un grande Zweihander, magari con una certa efficacia (come abbiamo spiegato in un altro articolo), ma solo che non si tratta dell’arma più adatta ad esso.
Insomma, se il Barbaro del vostro party di gioco insiste a volersi comprare quella bella spada gigantesca in offerta speciale al mercato del villaggio, forse sarebbe meglio per lui che uno degli altri personaggi, magari con più punti in Saggezza, tentasse di dissuaderlo! Tutto ciò, naturalmente, senza tener conto delle regole specifiche per un determinato gioco di ruolo.

Ma allora quale spada si presta meglio a essere usata da un personaggio tanto forte, impulsivo e poco portato a esibirsi in raffinate tecniche di difesa? Ricapitolando i punti che abbiamo trovato fino a qui, avremmo bisogno di una spada con un’elsa abbastanza protettiva da sopperire al corpo mezzo nudo del Barbaro, ma che allo stesso tempo gli consenta di esprimere tutta la sua potenza e ferocia. Una spada possibilmente a mano singola, dal momento che nella mano secondaria sarebbe utile reggere uno scudo, oppure – se proprio il personaggio ritiene troppo da pusillanimi proteggere la propria vita – una seconda spada o una daga, così da moltiplicare le possibilità di attacco.
Oltre a questo, viene da pensare che un combattente così feroce prediliga ampi colpi di taglio rispetto alle più sottili tecniche di affondo, le quali però devono sempre restare un’opzione valida, magari per poter inchiodare un nemico ad una porta, o per sollevarlo come trofeo con un grido bestiale dopo averlo infilzato.

Elsa protettiva a mano singola, predilezione per il taglio e grande potenza dei colpi, ci portano a un unico risultato: le spadone con elsa a cesto! Ben rappresentate dalla Schiavona e dalla Mortuary britannica, questo genere di spade, che raggruppano tutte le caratteristiche sopra descritte, raggiungono il massimo in ognuna di esse nella Claymore scozzese a mano singola: da non confondersi con la tipica spadona scozzese a due mani, anch’essa chiamata spesso (erroneamente) “Claymore”, la nostra prescelta è un’arma dotata di guardia molto ampia, che talvolta protegge anche il polso come una sorta di guanto, nonché di lama fin troppo lunga e pesante per essere giudicata una spada davvero maneggevole. Questo può essere un problema per i fan dei combattimenti tecnici, che vorrebbero evitare di slogarsi una spalla dopo qualche decina di minuti, ma non certo per il nostro Barbaro!

La guardia a cesto, inoltre, può consentire di sferrare pugni armati micidiali, se il nemico si avvicina troppo: una caratteristica che al guerriero furioso non può non piacere. Oltretutto, i lati negativi di questo tipo di elsa, cioè il peso non indifferente e la mobilità limitata del polso, non sono certo un problema per un massiccio picchiatore poco orientato alle finezze tecniche.
Nella mano secondaria, il buon senso richiederebbe di tenere uno scudo di qualche genere, proprio come facevano gli highlanders scozzesi; tuttavia, conoscendo il Barbaro, una buona alternativa può essere una daga mancina o, ancor meglio, una seconda Claymore: pochi si azzarderebbero a tentare questa combinazione in un vero combattimento, visto il peso e la difficoltà di usare insieme due spade tanto massicce… proprio per questo, essa appare perfetta per il nostro personaggio! Forte e impulsivo, deciso a far vedere a tutti di cosa è capace, un vero Barbaro sarà felice di impazzare sul campo di battaglia con due pesanti spadone con elsa a cesto, menando fendenti, affondi e pugni armati a destra e a manca!

Questa cosa di D&D che fa che “Barbaro” sia una professione che può essere scelta da una razza come elfo o halfling mi ha sempre fatto ridere! M’immagino un barbaro halfling con una parnanza di pelle e due mannaie che sanno ancora di tacchino!
Credo che un Barbaro di D&D debba avere un’arma in ogni mano: fast and furious!
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