La Spada a Striscia, che per brevità spesso chiamiamo con il suo nome estero: Rapier, è già comparsa in più di un’occasione su questo blog, generalmente in termini entusiastici se associata a situazioni particolari come il duello. Si tratta in effetti di un’arma creata appositamente allo scopo del combattimento uno contro uno, e che pertanto possiede tutte le caratteristiche migliori per eccellere in tale occasione: sia la guardia, estremamente protettiva, sia le dimensioni della lama, sono elementi ripresi e migliorati da quella che era la Spada da Lato tardo-medievale, già ottima nella singolar tenzone ma meno specializzata rispetto alla Striscia.
Parallelamente alle spade a mano singola, in Europa si andò evolvendo per parte del Medioevo la tipologia della Spada a due Mani, la quale in realtà ebbe per quasi due secoli il primato come arma prescelta dai duellanti, oltre che dai prodi cavalieri. Non è difficile indovinare il perché: l’allungo maggiore rispetto alla semplice Spada d’Arme era una caratteristica importante nello scontro senza scudi. E questo tipo di spada, in effetti, non scompare neanche nel periodo rinascimentale: va invece ad evolversi, in certe aree, massimizzando ancora di più questa sua peculiarità, fino a trasformarsi in quello che noi chiamiamo comunemente Spadone.
Di fatto, quindi, abbiamo un periodo storico che vede la compresenza, sullo scenario europeo, di due spade diametralmente opposte nella loro concezione, ma usate sempre per scopi simili. Parlo di quel periodo a metà tra il Cinquecento e il Seicento, e in particolare di aree dell’Europa meridionale (tra le quali spicca la penisola iberica, senza dimenticare l’Italia), dove lo Spadone – o Montante – era già diffuso da tempo, mentre la Spada a Striscia emergeva parallelamente da quella da lato.
Ora, sorge spontanea una domanda: quale delle due spade è la scelta migliore per affrontare un duello? Generalmente gli scontri in singolar tenzone erano progettati in modo da armare entrambi i contendenti con la stessa spada, così da non far sorgere dubbi sul maggior valore dell’uno o dell’altro. Ciò vuol dire che si poteva avere un duello di Striscia, oppure un duello di Spadone, mentre le due armi diverse non si sarebbero mai scontrate in una tenzone onorevole. Questo, però, non vuol certo dire che il fatto non sia mai accaduto. Lo scontro armato spesso sorgeva in condizioni tutt’altro che premeditate, quando gli animi erano già troppo caldi e il sangue poteva andare facilmente alla testa di uno dei due guerrieri, se non di entrambi. Non è quindi difficile immaginare – magari nelle pause tra una campagna militare e l’altra – un combattente che brandisce un micidiale Zweihander istigarne al duello uno armato, invece, di Rapier.
Naturalmente non è possibile stabilire con certezza chi vincerebbe in un simile scontro, dal momento che le variabili sono tantissime: l’abilità del singolo, prima di tutto, ma anche le protezioni usate, la stazza fisica, per non parlare della mera fortuna! Possiamo però analizzare le due armi e il modo in cui venivano usate per capire, se non altro, quale delle due avrebbe un effettivo vantaggio sull’altra.
Qui i pareri si dividono: qualcuno dei lettori dirà immediatamente che la Striscia è una spada più maneggevole e quindi consente una maggiore velocità rispetto ad una tanto pesante e ingombrante come uno Spadone; altri arguiranno che, in mano a un combattente esperto, quest’ultimo è invece un’arma altrettanto rapida e molto più micidiale. Chi ha ragione? Probabilmente, entrambi.
È infatti verissimo che entrambe le spade, se maneggiate a dovere, consentono un’ottima mobilità e un allungo potenziale molto simile. Il Rapier non è un’arma così leggera come si potrebbe pensare, ma gode di un bilanciamento tale per cui la sua punta impiega davvero pochissimo a spostarsi dalla testa, al petto o al ventre di un bersaglio in movimento; lo Spadone, d’altro canto, ha lo svantaggio di un bilanciamento sfavorevole: ciò significa che nella maggior parte dei casi esso deve essere tenuto in movimento costante, per evitare a chi lo brandisce di sbilanciarsi troppo dopo un attacco, e questo lo rende potenzialmente peggiore nella difesa, oltre che prevedibile.
Lo Spadone, tuttavia, ha dalla sua due elementi che in un duello reale sono molto più determinanti rispetto a una sessione di sparring sportivo con armi smussate. Due fattori in realtà collegati, che a me piace chiamare: potenza e paura. Le grandi dimensioni e la leva favorevole del nostro Montante, nonché il fatto stesso di essere usato a due mani, fanno sì che i suoi colpi abbiano una potenza di gran lunga superiore a Striscia o spade simili, tanto da farne una valida arma contundente anche contro le armature, a differenza di qualsiasi altra spada. Deviare un fendente di Spadone con la lama di un Rapier è un’impresa ardua, e anche usando la guardia di solido acciaio, il rischio è quello di slogarsi un polso.
Questo ci porta al secondo elemento: la paura. Se stiamo parlando di uno scontro reale, nel quale si rischia la vita o magari di perdere un arto, il grande Zweihander, così come i più corti Spadone e Montante, sono armi assolutamente intimidatorie. Ben sapendo di non poter deviare gli attacchi, il combattente munito di Striscia dovrà far ricorso a tutta la sua abilità per colpire esattamente nel momento giusto con grande rapidità, e poi ritrarsi qualora il Montantero decidesse di concludere ugualmente l’attacco, mozzandogli un braccio o aprendolo in due. Quest’ultimo invece rischierebbe, sì, un affondo potenzialmente mortale, ma avrebbe sempre qualche speranza di cavarsela e uscirne tutto intero, al contrario del suo avversario. Se non siete convinti di questo fatto, date un’occhiata alla massima cautela che usano anche gli esperti nelle dimostrazioni di scherma teatrale, nonostante le spade usate siano prive di filo, in questo ottimo video del canale Youtube: “Montantero”.
Alla luce di queste considerazioni, lo Spadone appare avere qualche vantaggio iniziale rilevante rispetto al Rapier. Tuttavia non dimentichiamo che l’abilità di chi usa una spada è generalmente più importante dell’arma stessa, e uno schermidore abile (e coraggioso!) potrebbe trovare il modo di accorciare rapidamente le distanze, giungendo praticamente a portata di lotta: a quel punto, chi brandisce uno Zweihander potrà fare poco o nulla con la propria arma, e anzi troverà forse più utile sbarazzarsene e combattere a mani nude. Con tali premesse, anche un folle armato di coltello da burro potrebbe riuscire a sconfiggere un Lanzichenecco: basterebbe essere tanto impavidi o disperati da avventarsi sull’avversario al momento giusto! Ma questo, in definitiva, non vale un po’ per qualunque situazione?
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