Quando parliamo di un combattimento, che si tratti di una battaglia o di un duello, di norma lo facciamo dal punto di vista di due guerrieri più o meno esperti, ma sempre concentrati e il più possibile “tecnici” nell’uso della spada. Quale che sia l’occasione dello scontro, un avversario solitamente tiene molto alla propria incolumità, perciò tenterà di portare attacchi intelligenti, che non lascino troppo scoperta la sua guardia: colpire senza farsi colpire è, infatti, la vera essenza della scherma – parola che significa, appunto, “fare schermo”, cioè difendersi. Ma non tutti gli aggressori considerano la difesa personale una priorità, anzi: lo stesso concetto di un’aggressione prevede di venire ai ferri corti con qualcuno di violento, poco ragionevole, determinato a fare del male o uccidere. Cosa faremmo dunque se ci trovassimo contro un avversario che porta all’estremo tali concetti? Un nemico impazzito, furioso, al quale non importa di vivere o morire, totalmente e ciecamente deciso a porre fine alla nostra esistenza nel modo più veloce e brutale possibile?
Non si tratta di pura speculazione, bensì di una eventualità che storicamente può essersi presentata spesso. Pensiamo, ad esempio, a un aggressore affetto da qualche tipo di malattia mentale che lo renda violento e irrazionale, oppure a un avversario così furioso o disperato da perdere l’uso della ragione. Un’evenienza tutt’altro che rara su un campo di battaglia, dove i soldati assistevano a orribili mutilazioni e all’assassinio dei propri migliori amici, o dove il terrore poteva prendere il sopravvento, causando reazioni violente e incontrollabili. Anche la leggenda dei Berserker, i feroci guerrieri vichinghi che si dice presentassero tali caratteristiche, perdendo il controllo in guerra al punto da non distinguere più gli amici dai nemici, potrebbe avere un fondo di verità.
Un nemico di questo genere sarebbe estremamente pericoloso perché, non valutando la propria incolumità, risulta impossibile da prevedere e difficile da fermare: laddove un taglio superficiale è di norma sufficiente a far arrestare, anche per poco, l’attacco di un avversario lucido, il guerriero furioso non verrebbe intimidito nemmeno da ferite gravi. Quale genere di spada sarebbe meglio usare allora, per assicurarci non tanto di eliminare l’avversario, ma innanzitutto di riuscire a sopravvivergli?
Molti potrebbero pensare di sfruttare il grosso punto debole di un nemico irrazionale: la quasi totale mancanza di tecnica. È vero che un avversario fuori controllo non darà mai il meglio di sé nel combattimento a livello tecnico, ma alcuni movimenti diventano meccanici con l’esperienza e, se si tratta di un combattente ben addestrato, lo scarto potrebbe risultare minimo. Resta comunque valida una regola: riuscire a colpirlo prima che lui ci sia addosso. Per tenere a distanza un avversario il più possibile usando una spada e allo stesso tempo riuscire a colpirlo molto rapidamente, il nostro fedele Rapier è la prima opzione che salta alla mente; in questo caso, però, meglio non essere frettolosi. Immaginiamo la situazione: il nemico, impazzito, sferra un attacco dietro l’altro, avanzando costantemente e dandoci appena il tempo di deviare o schivare la sua arma, qualunque essa sia. Sarà facile trovare un’apertura e portare un letale affondo con la spada a striscia, ma cosa ci aspettiamo che succeda dopo aver colpito? Soltanto nei film i nemici cadono a terra morti stecchiti con un singolo colpo, come fulminati. Nella realtà, la maggior parte delle ferite da arma bianca impiegano vari minuti o anche ore per uccidere realmente qualcuno, a meno che non sia colpito direttamente al cuore o alla testa. Certo, molte di esse sono comunque sufficienti a mettere fuori combattimento un avversario classico, ma non uno totalmente inebriato dall’adrenalina.
Le tecniche di affondo, in percentuale, risultano più letali rispetto a quelle di taglio: con un singolo affondo è infatti più facile colpire diversi organi interni, e comunque il sanguinamento è sempre maggiore. Ma, come abbiamo spiegato sopra, sconfiggere un avversario è ben diverso dall’ucciderlo. L’adrenalina è un ormone molto potente e viene prodotta in grandi quantità in certe condizioni, come ad esempio il forte stress fisico o emotivo, la paura, il pericolo o la furia omicida. Tra i vari effetti che ha sul corpo umano, questa sostanza aumenta temporaneamente la forza fisica e la reattività, riuscendo anche a inibire la sensazione del dolore. Pertanto un nemico come quello che abbiamo descritto non solo non smetterebbe di attaccare, una volta infilzato da parte a parte, ma potrebbe addirittura afferrare la lama della nostra spada per bloccarla nel suo corpo, riuscendo così ad avvicinarsi e finirci con la sua arma – se non a mani nude. Anche in questo caso non stiamo facendo pure supposizioni, perché esistono resoconti storici di battaglie moderne in cui eventi del genere si sono davvero verificati.
Meglio allora lasciar perdere le spade incentrate su tecniche di affondo, come la Striscia e la Spada da Lato, e concentrarsi su quelle capaci di tagli potenti. I colpi portati di taglio, in effetti, garantiscono in generale una migliore difesa, in quanto interessano sempre un’area maggiore: una linea diagonale o verticale che copre, idealmente, tutto quello spazio del nostro corpo che normalmente è protetto dalla posizione di guardia difensiva. Per mantenere a distanza un avversario con la possibilità di un fendente, la Spada a due Mani è una buona scelta; si potrebbe anche pensare di usare uno Spadone rinascimentale, che di norma si rivela ottimo per tenere a bada più nemici, ma contro questo particolare antagonista non sarebbe l’idea migliore. Il Montante, infatti, si basa soprattutto sulla sua capacità di minacciare con colpi potentissimi portati da una buona distanza, perciò chiunque ci penserebbe due volte prima di avvicinarsi, e questo sopperisce bene al fatto che si tratta di una spada più lenta delle altre da usare. Non parliamo della differenza esasperata dei videogiochi, con spadoni così grandi che il protagonista impiega un’eternità a caricare l’attacco; tuttavia la lunghezza e il peso della lama rendono quest’arma sensibilmente più lenta rispetto a una normale spada a due mani, tanto che si cerca di tenerla il più possibile in movimento e questo la rende carente nella difesa vera e propria. Un guerriero infuriato, invece, è molto veloce e non si fa intimidire nemmeno dalla possibilità di venire tranciato in due, quindi lo Zweihander non è la spada perfetta per questa impresa; senza contare che, una volta giunti in lotta ravvicinata, diventerebbe pressoché inutile.

Se vogliamo restare nel campo delle due mani, una più semplice Katana è proprio quello che fa per noi: leggera, veloce e con un potenziale di taglio superiore alla Spada a due Mani, inoltre ha la possibilità di essere usata a mano singola, qualora una delle due ci servisse per cercare di immobilizzare il nemico. Forse, in effetti, sarebbe meglio cercare di mantenere comunque questo vantaggio, soprattutto perché consente di usare qualche tipo di scudo! Proviamo allora a vertere su spade a mano singola, di una certa lunghezza e ottimizzate per il taglio. Se usata con un grande scudo, la Spada Vichinga è l’ideale, in quanto non ha nulla da invidiare alla Katana come tagliente. Se invece preferiamo la rapidità alla difesa, l’arma che eccelle in questo attributo è senza dubbio la leggerissima Sciabola; mantenendo una semplice guardia avanzata, la sua impugnatura particolare consente di rotearla con estrema agilità, sicché un nemico troppo avventato non potrebbe che finire fatto a fette in poche, letali mosse!
Ah, il Berserker… anche se ha delle piaghe che grondano sangue, continua a picchiare come un fabbro!
Quando ho letto questo post, ho ripensato alla scena di “Indiana Jones”: un combattente egiziano fa tante mosse con la sua sciabola, ma Indy l’uccide sparandogli…
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