Spade con lama a foglia: dalla realtà storica al mondo Fantasy

Chiunque sia appassionato di Fantasy, sia per quanto riguarda film, fumetti e cartoni animati, sia per altri ambiti strettamente attinenti, come i videogiochi o il gioco di ruolo, si sarà spesso imbattuto in spade dall’aspetto molto particolare: quelle che potremmo definire “con lama a foglia”. Si tratta di lame caratteristiche, con ampiezza media vicino all’elsa, che tendono ad allargarsi grossomodo al centro o nella penultima sezione della lama, per poi restringersi nuovamente in prossimità della punta. Esempi molto famosi, restando nel mondo del Fantasy, sono la spada di Gandalf (chiamata Glamdring) ne Il Signore degli Anelli, e quella di Bilbo Baggins (Pungolo), che appare nella stessa opera, oltre che nel ciclo di film de Lo Hobbit.

pungolo spada bilbo frodo baggins il signore degli anelli lo hobbit

Questo tipo di lame si possono vedere anche in altre opere dello stesso genere, di solito abbinate ad else a croce dall’aspetto decisamente medievaleggiante. Chi conosce un poco le spade medievali, tuttavia, avrà notato che è davvero difficile – per non dire impossibile – imbattersi in armi del genere tra i reperti storici visionabili nei musei, così come nelle fonti iconografiche medievali. In sostanza, si può dire che la lama a foglia montata su fornimenti simili sia una vera e propria invenzione della filmografia fantastica contemporanea. Ma da dove arriva una tale idea, e per quale motivo le spade medievali non avevano (generalmente) questa sagomatura?

L’argomento è molto interessante, non soltanto per gli appassionati del genere, ma anche per chi si occupa di storia e archeologia. Questa forma di lama molto particolare, infatti, non è di per sé qualcosa di nuovo o di avulso dalla realtà: non dobbiamo però cercare lame a foglia nel Medioevo, ma piuttosto molti secoli prima, durante l’Età del Bronzo e agli albori di quella del Ferro. Sono infatti spade in bronzo alcune tra le prime a presentare lame a foglia in Europa, attribuibili alla cultura proto-celtica di Hallstatt (1200 – 500 a.C.). Chiamate “tipologia Naue I e II”, alcune di queste spade avevano proprio le caratteristiche di cui abbiamo parlato, e potevano raggiungere anche i 70 cm di lunghezza; simili lame a foglia si diffusero in gran parte dell’Europa centrale e mediterranea, restando in uso per quasi 700 anni.

Spada molto vicina alle Naue e forse a esse correlata era lo Xiphos ellenico, che estremizzava ancora di più la forma a “foglia di salice” e che venne presto a costituire un elemento distintivo della fanteria oplitica tra i greci, diffondendosi poi a lungo anche all’interno dell’esercito romano. Le fonti primarie per queste informazioni sono vasi e decorazioni dell’età antica, che mostrano guerrieri brandire lo Xiphos per colpire sia di punta che di taglio.

Un’altra arma celtibera, un tipo di spada ad antenne attribuita alla cultura Cogotas (VIII secolo a.C.) e probabilmente imparentata con le Naue, presentava anch’essa una marcata forma a foglia; questa diede poi origine ad una delle armi più celebri dell’esercito romano: il “Gladio ispanico”. Anche il gladio aveva in origine una forma della lama molto simile, il che attesta una volta di più quanto essa fosse funzionale alle esigenze della guerra antica; i gladii successivi, tuttavia, acquisiscono sempre più spesso i fili paralleli, di pari passo con una tendenza che, col procedere dell’Età del Ferro, interessò anche le armi dei celti e, di nuovo, la Spatha romana.

xiphos su cratere etrusco
Uno xiphos su un cratere etrusco – Ph. samuele Pareschi

Questa sorta di “involuzione” (nel senso del ritorno ad una caratteristica precedente) è singolare, soprattutto se pensiamo che, con la disponibilità via via sempre maggiore di buon acciaio e tecniche metallurgiche avanzate, le spade continuano generalmente ad allungarsi per tutto il periodo medievale, assumendo una varietà di fogge, ma non riacquistano più l’antica forma a foglia. Si tratta di un semplice fattore culturale, magari associato alle mode e ai gusti del tempo, oppure ci sono motivi pratici dietro a queste scelte?

gladio francese 1831

In effetti, non è del tutto vero che le spade con lama a foglia siano proprio scomparse con il mondo antico: esse ritorneranno in auge molti secoli più tardi, agli inizi dell’Ottocento, in mano agli artiglieri dell’esercito francese. In questo caso, tuttavia, si può parlare di una vera e propria scelta “stilistica”, per così dire: già con l’esercito napoleonico e ancora in seguito, i richiami alla classicità erano frequenti tanto fra i letterati quanto tra i regnanti e militari, sicché la spada da artiglieria francese del 1816 è una vera e propria copia del Gladius Hispaniensis, ripreso da fonti iconografiche del periodo romano. Detto questo, l’arma fu riproposta per molti decenni anche al di fuori della Francia, giungendo fino al XX secolo nella sua versione americana. Questo non sarebbe certo successo, se si fosse trattato di una spada scadente.

Per cercare di dissipare il mistero dobbiamo iniziare dall’esame fisico delle spade con lama a foglia: quali vantaggi può dare una simile forma, rispetto a quelle con fili paralleli? Innanzitutto va da sé che una lama più larga nel punto destinato all’impatto con il bersaglio può menare colpi più potenti, in virtù della sua massa che sposta il bilanciamento dell’arma in avanti, un po’ come succede, ad esempio, con l’ascia. Il fatto che la punta vada a restringersi subito dopo, talvolta in maniera drastica, è un modo di rendere la spada letale anche negli affondi. Si ha così un’arma potente ed estremamente versatile, l’ideale per una fanteria che combatte nascosta dietro a grandi scudi.

legionari romani gladio esercito romano spada perfetta

Ma allora perché le lame a foglia sono gradualmente scomparse nell’Età del Ferro? Osservando i reperti ci rendiamo conto che queste spade, in linea con le altre dell’antichità, sono tutto sommato piuttosto corte. Ciò è dovuto in parte al fatto che fossero usate come armi secondarie dalla fanteria, a distanza molto ravvicinata; tuttavia anche il materiale usato era un fattore decisivo. Il bronzo è una lega facile da lavorare, ma è piuttosto morbida: per far sì che una lama non si rompa e non si pieghi eccessivamente a ogni colpo, le spade in bronzo dovevano avere un certo spessore, il che rendeva difficile creare armi troppo lunghe, per non renderle troppo pesanti. Con l’impiego del ferro la situazione cambiò; tuttavia, inizialmente, la metallurgia non era ancora abbastanza avanzata e una spada in ferro di scarsa qualità avrebbe potuto rompersi molto facilmente. Ecco perché ferro e bronzo coesistono a lungo; ma come si riflette questo sulle spade con lama a foglia?

È molto probabile che la forma a foglia degli Xiphos e delle Naue servisse anche a mantenere l’integrità strutturale della lama, cioè a evitare che si rompesse durante l’uso per i motivi che abbiamo elencato. Un più grande spessore vicino alla punta rendeva quest’ultima più rigida, la forza era scaricata su un’area maggiore, e questo valeva anche per i colpi di taglio. Con l’avvento dell’acciaio temprato, però, le armi divennero sempre più resistenti, oltre che più lunghe: la forza in eccesso dell’impatto veniva dissipata dal movimento “a molla” della lama, che non aveva più bisogno di essere tanto larga, anche perché la sua lunghezza migliorava la potenza dei colpi.

Qualcuno potrebbe chiedersi, allora, perché un rafforzamento tanto utile non sia stato mantenuto ugualmente. Le risposte brevi sono due: bilanciamento, e armature. Abbiamo detto che la forma a foglia porta il bilanciamento di una spada molto in avanti, appesantendo la lama; questo non è un grosso problema con spade corte, ma se l’arma supera una certa lunghezza, il maneggio inizia a diventare difficile, anche dietro ad uno scudo: in fondo, per certe cose ci sono pur sempre le asce e le mazze da guerra!

duello cavalieri ascia spada la spada perfetta

Un altro fattore determinante, però, potrebbe essere stata l’armatura: fra periodo tardo-antico e medievale, le armature in acciaio iniziano a diventare sempre più protettive, si diffondono cotte di maglia molto lunghe, poi corazze e altri elementi, fino a coprire interamente il guerriero. Una semplice spada non può perforare una corazza temprata, a meno di insinuarsi nelle fessure tra le piastre o all’interno degli anelli di una cotta di maglia. Ecco perché le spade medievali tendono ad evolversi in modo da assottigliare sempre più la punta, che diviene rastremata e molto acuminata: lo vediamo nelle Spade d’Arme a partire già dal secolo XI, ma soprattutto nelle successive Spade a Due Mani.

In uno scenario come quello descritto, spade con lama a foglia come Pungolo o Glamdring non troverebbero una buona applicazione, anche perché l’agilità di utilizzo conta molto più della mera potenza di un’arma. Tuttavia, se restiamo nel mondo fantastico di Tolkien, possiamo immaginare che gli elfi della Prima Era che forgiarono queste lame avessero trovato il modo di renderle leggere e resistenti; la loro forma poi, incentivando la potenza di taglio, sarebbe forse utile contro avversari dalla scorza dura come orchi, troll e persino enormi draghi… in fondo Gandalf, Bilbo e Frodo Baggins non erano certo degli sprovveduti, quindi perché porre limiti all’immaginazione?

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3 pensieri riguardo “Spade con lama a foglia: dalla realtà storica al mondo Fantasy

  1. Pungolo aveva anche un piccolo vano per 6 batterie AAA 1,5V per far funzionare il sensore di orchi e le LED nella lama!

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