Armi esotiche: Le 5 spade più strane e misteriose da tutto il mondo

Molti sono i misteri storici che riguardano spade, in particolare quelle leggendarie, come la famosa Excalibur o come Durendal, delle quali abbiamo parlato diffusamente in altri articoli. Spesso si tratta di armi perdute, che si smarriscono a metà tra storia e credenze popolari; a volte, invece, sono proprio le spade ritrovate a dare adito a misteri ancora più grandi.

ommerschans dirk la spada perfetta

È il caso, ad esempio, dei cosiddetti “Dirk di Ommerschans”. Un Dirk, nella definizione comune, è un pugnale scozzese risalente all’era del bronzo, di dimensioni molto ridotte e caratterizzato da una semplice lama (in bronzo, appunto), con alcuni fori su cui applicare l’impugnatura. Ecco perché, quando negli anni ’80 si rinvenne uno di questi pugnali nei pressi di Oxborough, in Inghilterra, la comunità scientifica fu sbalordita: si trattava di una lama enorme rispetto alle altre, con una lunghezza di circa 70 centimetri e un peso di quasi 3 chili! Ma la spada fu solo la prima di un totale di 6, rinvenute in diversi siti provenienti dal resto dell’Europa nord-occidentale, tra Inghilterra, Francia e Paesi Bassi. L’impressionante somiglianza tra tutte e sei queste armi, sia nelle dimensioni che nella fattura – molto sontuosa – fa pensare senz’altro ad un ambito originario comune, forse addirittura ad uno stesso sito di produzione. Le loro dimensioni, però, le avrebbero rese del tutto inutili in battaglia; inoltre mancano alla base delle lame i classici fori per innestare l’elsa, così che un loro utilizzo bellico è da escludere. Sembra più probabile che le sei spade facessero parte di uno stesso culto mistico o religioso diffuso nell’area intorno al 1400 a.C., ma si sa poco o nulla delle genti che le hanno create.

Più conosciute sono, invece, le popolazioni Bantu del bacino del fiume Congo. Le fonti del 1877 narrano di come i nativi usassero una spada dalla forma molto strana agli occhi degli esploratori occidentali: la Ngulu. Si trattava di una lama corta e ricurva, a forma di falce, come accade spesso per le armi africane; tuttavia questa era più simile a un Kopesh egizio e presentava diversi curiosi spuncioni sulla lama. Priva di guardia, il pomolo era invece suddiviso in tre protuberanze tondeggianti. La spada Ngulu era un attributo proprio del capo tribù e fu chiaro da subito il suo fortissimo valore simbolico per le popolazioni Bantu; tuttavia è improbabile che anche quest’arma venisse usata in combattimento. Sappiamo invece che il suo utilizzo principale risiedeva in una pratica macabra quanto comune: le decapitazioni rituali. In seguito, i sacrifici umani furono vietati dai colonizzatori belgi, ma la cerimonia rimase, sostituendo la vittima umana con una capra.

spada ngulu popolazioni bantu congo la spada perfetta

Spostandoci verso nord-est, troviamo un’altra spada leggendaria che ha appassionato per secoli i guerrieri e i ricchi gerarchi mediorientali: si tratta della mitica Zulfiqar. Secondo la tradizione islamica sciita, questa spada sarebbe stata donata dall’arcangelo Gabriele in persona al califfo Ali, cugino e figlio adottivo di Maometto. Una delle interpretazioni del suo nome è che esso stia ad indicare una spada biforcata verso la punta: questo ha dato origine ad una serie di rappresentazioni, le quali a loro volta hanno ispirato vere e proprie riproduzioni della spada, molto fantasiose. Troviamo così, in una vasta area che si estende fino al confine tra India e Pakistan, spade molto strane e singolari, di solito simili a Tulwar ricurvi, ma con la punta suddivisa in due parti e la lama spesso seghettata. Molte di queste sono state più volte presentate come la Zulfiqar originale, ma il mistero intorno a esse permane nei secoli.

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Molto più note sono invece le “Spade uncinate cinesi”, spesso attribuite ai monaci Shaolin, che pare ne facessero largo uso. In realtà, questo genere di arma avrebbe un’origine molto più antica, risalendo addirittura al Periodo dei Regni Combattenti (Cina, 453 – 221 a.C.). La loro forma a falce potrebbe indicare la derivazione dallo strumento agricolo, riadattato ad arma nel caso di rivolte contadine, in un modus operandi che vede parallelismi in Europa e Africa. Queste spade consistono di una lunga lama anteriore spade a uncino cinesi shaolin la spada perfettaterminante con un uncino; al posto del “pomolo” hanno invece un prolungamento della lama a forma di pugnale, mentre la guardia è costituita da una lama a mezzaluna parallela all’impugnatura. Il loro utilizzo è molto particolare: sono usate di frequente in coppia (ma non sempre), e l’interno dell’uncino è privo di lama, in modo da renderlo più resistente agli urti. Il motivo è molto semplice, cioè permettere alla spada di agganciare lame o aste nemiche, dopo averne parato gli attacchi, e potenzialmente disarmare l’avversario. Altre tecniche di arti marziali prevedono l’uso di queste spade per bloccare gli arti del nemico e finirlo con il pugnale posteriore o con un pugno armato rinforzato dalla mezzaluna. Una tecnica bizzarra, ma fattibile, indica addirittura la possibilità di agganciare tra di loro due spade tramite gli uncini creando una nuova arma, da usare come una sorta di Mazzafrusto o di Nunchaku e sbaragliare molteplici guerrieri.

Dall’antica Cina passiamo al misterioso Giappone, attraversando, naturalmente, la Corea! È proprio dal sovrano del regno coreano di Paekche, infatti, che al capo giapponese del clan Yamato pervenne in dono la mitica “Spada dalle Sette Lame”. Si tratta di un artefatto molto antico, da sempre conservato nel santuario di Isonokami: come si evince dal nome, questa spada è composta da una lama centrale, dalla quale si dipartono altre sei lame, nella forma dei rami di un albero. Su entrambi i lati della spada si possono leggere iscrizioni, le quali descrivono come essa sia stata creata usando acciaio ripiegato 100 volte, e (forse proprio per questo motivo?), utilizzandola sarebbe possibile sbaragliare altrettanti guerrieri nemici in una volta sola!

spada a sette lame giapponese la spada perfettaSecondo gli storici, le origini della spada sarebbero da ricercare nella Cina della dinastia Jin (369), da dove sarebbe pervenuta al sovrano coreano per vie misteriose. Naturalmente si tratta di una spada dal solo valore decorativo e simbolico, in quanto la forma peculiare la renderebbe di scarsa o nessuna utilità in un vero combattimento; resta comunque un oggetto di squisita fattura, senz’altro utile ai primi rapporti diplomatici e scambi culturali tra Giappone e Corea, che influenzeranno pesantemente la società nipponica, fungendo da filtro per il passaggio di elementi culturali cinesi.

 

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