Quando su questo sito parliamo di combattimenti o di duelli, cercando di trovare “la spada perfetta” da usare in determinate situazioni, lo facciamo per lo più basandoci su quella che è una ricostruzione moderna del combattimento storico, in particolare sulla scherma medievale, le arti marziali sportive, la rievocazione storica e attività simili. Molte di queste discipline prendono il via da trattati e manuali storici di insigni maestri, come ad esempio Achille Marozzo o Fiore dei Liberi, per ottenere una ricostruzione il più possibile accurata dei movimenti e delle tecniche che eseguivano i guerrieri durante un combattimento nelle loro rispettive epoche.
Come è ovvio, oggigiorno le spade non vengono più usate sui campi di battaglia, né tanto meno in ambito civile: il duello in singolar tenzone non è più considerato un valido sostituto del processo penale a dirimere le questioni d’onore, come è stato dal Medioevo fino all’epoca moderna, e le arti marziali che fanno della spada il proprio centro di interesse sono quindi per lo più veri e propri sport o, in certi casi, metodi di ricerca storica. Va da sé che, in ambito sportivo, non è possibile – né avrebbe alcun senso – usare armi vere, affilate e dotate di punte acuminate, che di certo finirebbero per ferire gravemente entrambi i contendenti.
Questo fattore, che da un lato sembra scontato, in realtà pone un certo limite allo studio approfondito della reale differenza tra una particolare spada e un’altra: osservando un combattimento sportivo con armi miste (ne esistono moltissimi video su Youtube), notiamo ad esempio che un grande elemento di discrimine tra la vittoria e la sconfitta è il semplice allungo potenziale dell’arma. Se i due contendenti sono abbastanza esperti e hanno un livello simile di bravura nell’uso della propria spada, molto spesso quello che brandisce l’arma più lunga risulta avere un grande vantaggio sull’altro. Certo, questo non vuol dire che una spada più lunga assicuri la vittoria – altrimenti decreterei lo Zweihander come spada perfetta e potrei chiudere il sito – anche perché la capacità tecnica di un atleta è molto più significativa.

Tuttavia, per quanto l’allungo sia un punto fondamentale tra le caratteristiche di una spada, esistono anche altri fattori che non possono essere confrontati in un duello sportivo, come il potenziale di taglio e quello di affondo, l’effetto dell’arma contro i diversi tipi di armatura o, più semplicemente, l’impatto psicologico. Quest’ultimo era davvero importante in un combattimento reale, dal momento che ritrovarsi ad affrontare un’arma affilata, brandita da un avversario che ha tutta l’intenzione di uccidere o ferire gravemente, è molto diverso dall’intraprendere un duello nelle condizioni sicure della contesa agonistica.
Per cercare di fare il punto sul modo in cui la scherma storica interpreta la questione, ho posto alcune domande a Christian Heusch, Vicepresidente della ASD Fiore dei Liberi e istruttore di Scherma Medievale per le sedi di Roma e Frascati, il quale amplierà ancora di più l’argomento con il suo prossimo articolo su “La Scherma Storica e la spada oggi”:
- Che tipo di equipaggiamento usate normalmente per allenarvi? Protezioni integrali, armi in gomma oppure di metallo?
Fortunatamente dopo anni di sperimentazioni in campo di protezioni, oggi il mercato in attrezzature adatte alla pratica sportiva della “Scherma Storica” o “Hema” (Historical European Martial Arts), come viene comunemente definita la nostra disciplina, ha raggiunto una concreta capacità produttiva sia in campo di sicurezza che in quantità di modelli e case produttrici. Per la pratica diretta di combattimento, detta sparring, le protezioni sono ovviamente complete e i simulacri sportivi che riproducono gli strumenti offensivi sono nella maggior parte dei casi in acciaio, in modo da garantire, per quanto possibile, le peculiarità fondamentali delle armi a cui si ispirano. Simulacri in altri materiali vengono comunque spesso utilizzati per la didattica di base, i primi esercizi in coppia e i primi approcci al combattimento. Questo per quanto concerne la pratica sportiva, mentre in ambienti di “Rievocazione Storica” si cerca in tutto e per tutto di lavorare su riproduzioni di armi e armature il più fedeli possibili agli originali, tenendo comunque sempre presente i canoni di sicurezza minimi che portano ovviamente a “armi” prive di punta e “fili” rastremati (senza lama tagliente).
- Può capitare, nonostante le protezioni, di riportare qualche livido o contusioni leggere durante lo sparring o durante una competizione?
Come in tutte le pratiche sportive e a maggior ragione in una “Arte Marziale” succede che qualche volta ci si possa fare male. Fortunatamente, tra le ottime protezioni ora disponibili in commercio e la sempre maggiore preparazione di istruttori e atleti gli infortuni sono veramente minimi e solitamente non si va oltre a qualche livido. Per esperienza personale posso testimoniare che tornavo a casa con più lividi quando facevo Scherma Sportiva (la cosiddetta “Olimpica”), che in questi ultimi anni in cui mi sono dedicato a quella Storica. Sempre bene su questo punto insistere nel ricordare a chi vuole affacciarsi a questo mondo di rivolgersi ad Associazioni serie, iscritte al registro CONI attraverso la convenzione con gli EPS nazionali, che garantiscono sia la preparazione adeguata degli istruttori sia assicurazioni specifiche dedicate a praticanti e istruttori. Un’Associazione seria sicuramente oltre a praticare in ambienti consoni alla pratica sportiva come palestre e palazzetti sportivi, ottempererà sempre ai requisiti di sicurezza imposti sia dalla legge che dal comune buon senso.
- Hai mai usato o visto usare spade in metallo senza protezioni, magari nel corso di una dimostrazione? Che differenza hai notato rispetto al classico sparring?
Certamente c’è un’ampia differenza tra le due cose, sicuramente più nota agli addetti ai lavori che ai neofiti. Quando si parla di sparring, sia esso per allenamento o torneo, la mancanza di protezioni è vietata sia deontologicamente parlando quanto dalle assicurazioni che dovrebbero risarcire l’ovvio infortunio conseguente a una pratica malsana della disciplina; solo un pazzo si cimenterebbe in uno sparring in tali condizioni… Per quanto riguarda le dimostrazioni il discorso è del tutto diverso in quanto si tratta di “Scherma Teatrale”, una disciplina riconosciuta e regolamentata non solo dagli organi preposti all’interno dell’ambiente schermistico nazionale ma anche da specifiche regole di realizzazione delle scene. Senza scendere troppo in particolari e semplificando molto, possiamo affermare che nello sparring si cerca di colpire il bersaglio o figura, ossia il corpo del nostro avversario, mentre nella “Scherma Teatrale” la “misura” è molto diversa, il che porta a sferrare colpi all’arma del nostro partner, prediligendo azioni spettacolari e spesso prive di una reale validità schermistica, a vantaggio della spettacolarità richiesta dal contesto.
- Dal punto di vista psicologico, che differenza pensi ci potrebbe essere tra un combattimento sportivo e uno reale, con spade vere e poca o nessuna protezione?
Qui certamente si entra più nel campo delle supposizioni che delle certezze. Per quanto sia ovvio che trovarsi di fronte un’arma affilata e il reale pericolo di morte rappresentato da un vero duello farebbe desistere i più a parteciparvi, il matto o il criminale si trova sempre… Certamente l’approccio sarebbe molto più cauto e accurato; generalmente il motto di ogni buon schermidore è, o perlomeno dovrebbe essere: “colpire senza essere colpiti”, e in un caso del genere sarebbe un comandamento imprescindibile. Insomma bisogna portare a casa la pelle… All’interno del mondo Hema la discussione a riguardo è accesa proprio perché il fattore di rischio annullato sia dalle specifiche sportive che dal buon senso spesso porta a sparring poco credibili, in gergo viene definita azione di “Scherma Inverosimile” e in alcuni tornei viene giustamente sanzionata. Spesso, a riguardo, si parla di “storicità” più che di vera e propria credibilità: soprattutto in torneo, entrando in gioco la competizione, azioni non prettamente “pulite”, o meglio non portate tenendo conto di quella che dovrebbe essere la propria incolumità se le Spade fossero vere, accadono.
Christian Heusch

Abbiamo dunque visto come anche la Scherma Storica si ponga la questione della differenza psicologica tra usare armi vere e riproduzioni, o “simulacri”, che annullano il fattore di rischio percepito dai contendenti, dando luogo talvolta ad azioni spericolate, come magari assalti a testa bassa, incuranti della possibilità di venire colpiti. Dopotutto, come ha ricordato Christian, colpire senza essere colpiti è il primo e vero scopo dell’arte schermistica, la cui etimologia (la parola “scherma” deriva da “schermire”, cioè fare scudo), ci rivela essere pensata innanzitutto per difesa, piuttosto che per aggredire qualcuno.
Il fatto che non si tratti di un combattimento reale e che quindi l’approccio dei partecipanti sia molto diverso rispetto a quello che si avrebbe in un duello all’ultimo sangue (o magari anche solo al “primo sangue”), non significa però che la Scherma Storica non sia un metodo adeguato per la nostra ricerca; al contrario, si tratta di un punto di partenza imprescindibile per capire come una spada veniva realmente usata, dal momento che trattati e manuali, per quanto accurati e interessanti, spesso rimangono in parte oscuri e ancorati al linguaggio del loro tempo: non è sempre facile capire se una tecnica sia consigliata o sconsigliata dall’autore, ad esempio, oppure se questa addirittura sia stata indicata come un semplice scherzo!
Insomma, discipline come H.E.M.A. e affini non sono soltanto uno sport o un passatempo, ma costituiscono la ripresa di una lunga tradizione schermistica andata in parte perduta negli ultimi secoli. Gli stessi maestri che abbiamo citato, nelle loro scuole, di certo usavano metodi il più possibile sicuri per poter allenare i propri allievi senza il rischio di decapitarne qualcuno, e nelle loro epoche la scrima era considerata una questione molto seria: da essa poteva dipendere l’onore e il prestigio di un nobile, se non la sua stessa vita. Allora come oggi non c’era modo di essere veramente pronti al pericolo della morte, prima di averlo sperimentato; la preparazione e l’allenamento conseguiti rispettando i criteri di sicurezza dettati dal buon senso erano però fondamentali per imparare e automatizzare quei movimenti che, con un po’ di sangue freddo, avrebbero potuto un giorno salvare la vita al nobile rampollo di una ricca casata, o semplicemente alla giovane recluta nel corso della sua prima battaglia.
Ciao Spada!
Ecco a te un link per la tua wishlist di Natale: https://leganerd.com/2018/12/17/the-sword-of-inigo-montoya/
Buone feste!
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