Tra tutte le creature del mito e della leggenda, ce n’è una che è presente in racconti provenienti da ogni parte del mondo, e che più di ogni altra ha affascinato l’immaginario collettivo: il Drago! Questo essere mostruoso compare nelle leggende di ogni epoca, sotto le forme più diverse, fino ad entrare nei moderni giochi di ruolo e videogames, nei panni del più formidabile alleato o in quelli del più invincibile dei nemici…
In che modo affrontare un simile avversario? Prima di tutto, studiandolo!

Innanzitutto si pone un problema: come possiamo codificare una tipologia unica per tutti i draghi? In alcune mitologie il drago è rappresentato con il corpo di un serpente, in altre come una lucertola; per qualcuno ha quattro zampe, per altri ne ha due (sebbene questa seconda forma sia spesso chiamata Viverna); a volte i draghi hanno le ali, altre volte no. Nella maggior parte dei dipinti medievali questi mostri sono rappresentati come più piccoli di un cavallo, mentre altre opere descrivono draghi più grandi di un castello. Non c’è una risposta che metta d’accordo tutti: l’unico modo per individuare l’aspetto di un drago è isolare le caratteristiche più diffuse di questa creatura.
Immaginiamo perciò un corpo da rettile a quattro zampe, coperto di scaglie molto resistenti; due ali da pipistrello, denti aguzzi, lunghi artigli e, naturalmente, la capacità di sputare fuoco. Le sue dimensioni sono un problema; per venire incontro alla moderna concezione di un drago, proviamo a fare una media tra quello medievale e quello spropositato dei giochi di ruolo, incrociandoli con i più grandi animali esistenti. Gli animali marini, come è noto, riescono a svilupparsi in grandezza molto più di quelli terrestri; sebbene esistano diversi draghi marini nella mitologia e nelle leggende popolari, oggi ci vogliamo occupare del più classico mostro alato sputafuoco. Potremmo quindi attribuire a un drago, all’incirca, le dimensioni di uno dei più grandi animali terrestri oggi esistenti: l’elefante. Il che, per inciso, è già più che sufficiente a rendere il nostro drago un nemico pressoché invincibile.

Come possiamo affrontare un mostro del genere, dunque? Personalmente, non vorrei trovarmi in alcun modo vicino a lui e quindi cercherei innanzitutto di abbatterlo con armi da tiro: arco e frecce, balestra o, meglio, una grossa balista da assedio (i fan de Lo Hobbit e di Dragonheart saranno d’accordo con quest’ultima idea). La maggior parte dei draghi ha infatti l’abitudine di svolazzare attorno alla propria preda, prima di scendere in picchiata mangiarsela, come succede spesso, ad esempio, in videogiochi quali Skyrim. Questo è il momento migliore per cercare di colpirli a distanza; ma se la nostra mira fa cilecca ed è il drago a venire da noi, conviene essere preparati.

Abbandoniamo innanzitutto l’idea di proteggerci con uno scudo: nulla potrebbe contro il fuoco del drago e finirebbe per essere solo un intralcio. La tattica migliore, contro un avversario tanto micidiale, è quella di evitare tutti i suoi attacchi e portarne uno decisivo, in modo da chiudere l’incontro il più velocemente possibile. Ecco perché una semplice lancia, o meglio ancora una lunga picca, è l’arma migliore contro un drago: infatti uno dei tratti più comuni dei draghi di ogni leggenda è la pelle molto resistente, se non addirittura impenetrabile. I loro punti deboli sono quelli lasciati scoperti dalle scaglie, cioè gli occhi, la gola, l’interno della bocca e a volte il ventre. Per questo motivo, sono preferibili armi capaci di portare un potente affondo e con una buona precisione.
Ancora meglio sarebbe seguire l’esempio di molti dipinti medievali e affrontare il mostro in sella ad un destriero, brandendo una lancia da cavaliere: queste lance particolari infatti erano piuttosto lunghe e lo slancio del colpo a cavallo avrebbe senz’altro più possibilità di penetrare la dura scorza del drago. Non a caso, è proprio una lancia da cavaliere a comparire, di frequente, nelle rappresentazioni di San Giorgio che sconfigge il drago: secondo la tradizione, questo martire cristiano fu anche un soldato e cavaliere valoroso. Il drago che sconfisse in Libia stava terrorizzando un villaggio, il quale doveva offrire periodicamente dei giovani in sacrificio alla bestia. Quando toccò alla figlia del Re, questi implorò l’aiuto del prode guerriero, che sconfisse il drago proprio in groppa al suo cavallo, brandendo la lunga lancia, e riuscì a liberare la fanciulla.

San Giorgio era un guerriero molto esperto, e il drago della leggenda, almeno nei dipinti, appare più piccolo dei nostri draghi virtuali. Purtroppo, per quanto ci riguarda, utilizzando questa tattica è molto difficile che il primo colpo vada a buon fine e si rischia di venire disarcionati. Ecco perché, rotta la lancia e fuggito il nobile destriero, dobbiamo avere un piano di riserva: una buona spada! Già, ma quale?
Partiamo con l’analizzare la situazione: siamo stati disarcionati, il drago non è molto lontano e probabilmente ci sta correndo (o volando!) incontro. Prima che ci sia addosso, dobbiamo sguainare la spada e prepararci a schivare almeno un colpo della bestia. Dopodiché, la miglior difesa è l’attacco. Fermi restando i punti deboli del nostro nemico, abbiamo bisogno di una spada a lama lunga, ottima nella penetrazione e robusta. Lo so a cosa state pensando: “serve un Rapier!” E invece no. La spada a striscia, benché rispetti le nostre richieste, non è molto rapida da estrarre ed ha un altro problema cruciale: la sua lama è fatta in modo da flettersi molto, proprio per evitare la rottura durante l’affondo. Questo va bene contro avversari umani, dalla carne molle, ma la scorza di un drago è molto più dura e, soprattutto se mancassimo il bersaglio, il colpo potrebbe non aver forza sufficiente ad infliggere un danno letale. Comunque l’idea non è da buttare, se siete ottimi spadaccini e riuscite a colpire con precisione l’occhio del drago – senza prima farvi arrostire, ovviamente.

Per tutti gli altri, serve qualcosa di più robusto. A meno di non avere a disposizione la spada magica di Sigurd, quello che cerchiamo è una spada lunga, dalla lama robusta e adatta alla penetrazione, ma che, possibilmente, sia abbastanza versatile da portare tagli efficaci. Esiste una spada che fa proprio al caso nostro: la Spada a Due Mani, e in particolare quella del tipo Oakeshott XVIII-b. Confusi? Niente paura, ecco la spiegazione: tra le innumerevoli tipologie di spade a due mani, in epoca rinascimentale si sviluppa questa particolare spada, caratterizzata da un manico molto lungo, una lama stretta e appuntita, ma molto spessa! Si tratta di una lama con sezione “a diamante”, per gli intenditori.
Queste spade non sono fantastiche nel taglio, ma eccellono nella penetrazione e sono piuttosto lunghe. L’ideale insomma, per noi cavalieri disarcionati che vogliamo affrontare un drago sputa fuoco! Tra le altre cose, potremmo cercare di tagliare la membrana delle ali del mostro, così da costringerlo a restare a terra. A questo punto, con la nostra spada appuntita possiamo cercare un affondo letale in uno dei suoi punti deboli. Affrontare una bestia del genere resta comunque un’impresa disperata, ma il premio sono fama, ricchezza e magari… il grande tesoro del drago!
