Un compito non semplice quello di parlare in maniera esaustiva del ruolo della “Spada Oggi”, in un periodo storico ove la tecnologia, in ogni campo, ha soppiantato ormai quasi completamente usi e costumi che per millenni hanno accompagnato e scandito la vita dell’uomo. Quindi siate benevoli se in parte perderò la via e a volte seguirò, in questa dissertazione, sentieri paralleli per parlarvi di uno strumento che fin dall’infanzia mi ha sempre affascinato. A volte scivolerò nel mistico e probabilmente cadrò in ciò che più ha di personale la mia interpretazione dei fatti e degli eventi, ma questo fa parte della passione ed essendo un entusiasta, lascio spesso che il vento dei pensieri spazi su terre immaginarie. Forse perderò qualche particolare e ne illuminerò qualcuno che altri avrebbero tralasciato, sicuramente commetterò degli errori e ancor più probabilmente interpreterò il tutto da una visione personale.
Parlando di Spada molti sono i punti e gli argomenti possibili; per fortuna l’idea di questo articolo restringe il campo all’utilizzo moderno dell’arma che di certo, oltre a essere forse uno degli strumenti che in maggior modo hanno accompagnato il genere umano attraverso il suo lungo viaggio alla vita moderna, ognuno di noi in cuor suo ancora identifica come un simbolo di impegno e giustizia che ha ispirato, nel bene e nel male, generazioni di uomini.

Eppure, nonostante questa premessa non possiamo evitare di guardare per un istante alle nostre spalle, assaporando per un attimo quella fuliggine che rende accettabile la visione del passato in senso romantico, lontano dalla gravità degli eventi che l’hanno scandito, voltandoci fino alle prime fucine e ai primi crogioli che decretarono la fine dell’età della pietra. Per quanto consci che oggi la Spada sia un anacronismo, che vogliamo da appassionati e sognatori più vivo che mai, e per capire quanto essa svolga nell’immaginario comune un ufficio ideale, frutto di un processo di astrazione durato millenni, come detto dovremo fare un passo a ritroso nel tempo, immergendo le nostre menti nella terra stessa, alla ricerca di quel metallo che ha fecondato la nostra storia. Tornando per un istante gli albori della civiltà umana, vedremo nascere prova dopo prova, tra le mani sconosciute di un abile artigiano, un’alchimia di terra e fuoco, acqua e vento così lontana da essere a noi perduta nei luoghi e nei nomi di quei momenti. Dalle antiche spade in rame alle maestose opere dei fabbri settecenteschi di Toledo, il viaggio è stato lungo, materiali e forme sono cambiati nel tempo, lo strumento si è evoluto a seconda di scopi e bisogni diversi in migliaia di esemplari, ognuno di essi con specifiche tecniche di progettazione quanto di utilizzo.
Se per millenni la Spada è stata lo strumento cardine delle vicende umane, assumendo oltre il mero utilizzo un manto simbolico tessuto di miti e leggende, lo dobbiamo probabilmente al suo utilizzo primario: nata come primo strumento con l’esclusivo scopo di confrontarsi con il “non più” animale uomo, atto all’offesa e alla difesa contro i membri della nostra stessa specie, essa rappresenta l’apice dell’impegno ideale, il massimo scontro possibile, l’uomo contro l’uomo. La Spada, andando oltre la sfida di uno scopo o di un progetto, non più la caccia, non più lo strumento domestico o l’attrezzo agricolo, ma lo scontro con il più pericoloso degli esseri viventi, i membri della nostra stessa specie, si aggiudica da sempre l’ambita posizione simbolica dell’arma per eccellenza.

Seppur oggi relegata in ambito militare a una presenza di rappresentanza e soppiantata sui campi di battaglia dalle armi da fuoco, quanto allontanata dalle dispute d’onore dalla legge degli uomini, la Spada rappresenta ancora il simbolo del guerriero e nell’immaginario comune, affondando nel romanticismo medievale, essa rimane simbolicamente in mano alla giustizia.
Forgiata dagli uomini o magicamente donata da Dei, maghi ed Elfi Silvani, non c’è, nella storia, eroe reale o immaginario che non abbia avuto al suo fianco una Spada in grado di mutare il destino di popoli e nazioni. Se un tempo erano cantori e poeti a cantarne le gesta, oggi sono sceneggiatori e romanzieri che, moderni trovatori, celebrano e sognano gesta eroiche di uomini pronti a sacrificarsi per il bene comune, dando vita a Paladini ormai lontani dalla realtà del mondo quanto vivi nell’immaginario di generazioni di uomini fisicamente relegati alle pragmatiche mura del presente.
Oggi la Spada vive fisicamente quasi esclusivamente in ambito sportivo e, diciamo, idealmente in quello ricreativo e teatrale. Incontreremo la “Scherma” quindi, ma anche le rappresentazioni teatrali e cinematografiche, parleremo di Rievocazione e arriveremo anche all’ambito prettamente ludico e ricreativo dei Giochi di Ruolo dal Vivo.
Essendo un ex “schermidore sportivo” ora votato alla “Scherma Storica o Tradizionale” ma sempre in ambito sportivo, partirò da questo, scusandomi anticipatamente con gli appassionati di altri settori se affonderò maggiormente le dita sulla tastiera in quel senso e approfondendo maggiormente quest’aspetto.
Oggi la Scherma ha prettamente un carattere sportivo: non a caso la più conosciuta è la cosiddetta “Scherma Olimpica”, detta appunto Scherma Sportiva, che se pur considerata una disciplina di nicchia in Italia, fin dagli albori ha sempre avuto un notevole seguito e che ci ha donato una serie di vittorie Olimpiche e non, che nessun altro paese al mondo è ancora riuscito a eguagliare. Dalle olimpiadi di Parigi 1900 a oggi, in virtù delle 4 medaglie conquistate nell’edizione dei Giochi Olimpici di Rio 2016, grazie a Daniele Garozzo, Elisa Di Francisca, Rossella Fiamingo ed alla Nazionale di spada maschile, il medagliere azzurro si attesta a quota 125. L’indiscusso prestigio mondiale della Scherma italiana passa anche attraverso altre cifre estremamente significative: le 319 medaglie conquistate ai Campionati del Mondo Assoluti a partire dal 1921, le 217 nel Campionato del Mondo Giovani dal 1950, le 105 nel Campionato del Mondo Cadetti a partire dal 1987, le 200 ai Campionati Europei. Insomma, la Scherma Italiana oltre alla infinita tradizione ha ancora oggi un posto da protagonista assoluto nel panorama mondiale.
Conscio che non tutti conoscano l’argomento sarà bene dare luce a una disciplina ai più poco chiara approfondendo, a partire dalle basi, alcuni aspetti fondamentali.
La Scherma sportiva è uno Sport Olimpico di opposizione a contesto aperto, che consiste nel combattimento leale tra due contendenti armati di Spada, Fioretto o Sciabola, che trae origine dall’Arte Marziale denominata Scherma Tradizionale e ha una “convenzione” stilistica che ne sancisce modi e regole detta “Convenzione Schermistica”. Ma che cos’è la “Convenzione Schermistica”? Facciamo un po’ di chiarezza partendo da una battuta d’arresto costituita dall’impossibilità di collocarla in uno spazio temporale preciso, in quanto anch’essa si è evoluta nel tempo affondando le sue radici già nella regolamentazione dei duelli d’onore del passato e nelle prime Fechtschule (scuole di scherma) tedesche del XVI secolo. Essenzialmente la “Convenzione” stabilisce delle norme e regole sui bersagli e i metodi di assalto; la “Convenzione” è ciò che crea l’ambito sportivo e ludico, dato che senza la stessa sarebbe un vero e proprio scontro.
In rapida espansione negli ultimi anni, abbiamo la “Scherma Storica” divisa in due ambiti separati, ossia il variegato mondo della “Rievocazione Storica” e il lato ancora una volta più sportivo, ormai definito comunemente “HEMA” (Historical European Martial Arts), con varianti e contaminazioni che danno vita a molteplici discipline e metodi di assalto.
Non me ne vogliano gli amici Rievocatori, ma definisco variegato l’ambiente Rievocativo dato l’ampio periodo su cui si suddividono le varie associazioni e lo specifico scopo della rievocazione stessa, che non solo porta a concentrare le proprie risorse nello stile di combattimento ma bensì, in un’ottica più ampia, porta a tenere presente una serie di attività (costumi, utensili, vettovaglie, ambientazioni etc.), che fanno della Rievocazione Storica un impegno molto complesso e sfaccettato. Molti altri in realtà sono gli aspetti da considerare con attenzione quando si parla di Spade o Scherma Storica e Rievocazione, prima fra tutti la molteplicità di strumenti utilizzati nella pratica d’arme in ambito Rievocativo, che spesso comprendono Lance, Azze, Messer, Asce, Mazze etc., lasciando uno spazio minore alla Spada (spesso utilizzata “in Arme” o come un Azza), oltre ai vari divieti come colpire di punta per ovvie ragioni di sicurezza.

Focalizzandosi ognuno su uno specifico periodo di riferimento, ogni gruppo di Rievocazione segue correttamente, per l’utilizzo della Spada e di tutte le altre armi, il trattato o il metodo specifico di quel secolo: quindi chi si concentra sul XII°-XIII° secolo seguirà prevalentemente il London Tower Fechtbuch (detto “I-33”), considerato il primo trattato di scherma di cui oggi abbiamo testimonianza, mentre chi rievoca il XIV°-XV° secolo seguirà il Flos Duellatorum (“Fior di Battaglia”), o Talhoffer, poi Liechtenauer e così via passando con lo scorrere dei secoli da Marozzo e Manciolino, a Camillo Agrippa (autore di un famoso trattato del 1553), dove la scherma diventerà prevalentemente di punta, o Angelo Viggiani dal Mantone, che insegna “una scherma di spada sicura et singolare con una tavola copiosissima nel 1551”, che si pensa seguisse dopo 130 anni la tradizione di Filippo Bartolomeo Dardi, esperto non solo di scherma, ma anche di astrologia, astronomia, geometria e matematica, di cui purtroppo non ci è giunto il trattato citato nelle cronache; nel 1572 abbiamo l’opera di Giovanni dell’Agoccie di Bologna, poi Ridolfo Capoferro e moltissimi altri, italiani o stranieri che siano, fino ad arrivare ai primi del 900.
Viceversa, in HEMA, è la spada a essere la protagonista assoluta della disciplina e sebbene anche le scuole seguano spesso trattatisti specifici, creando un vero e proprio indirizzo per la didattica interna, i circuiti torneistici più grandi si basano su tre specifiche “armi”: Spada a due mani o “Spada lunga”, Spada e Brocchiero (piccolo scudo rotondo da pugno), e Striscia e Pugnale (Daghetta a vela). I trattati più seguiti (almeno in Italia), sono certo il “Flos Duellatorum” di Fiore Dei Liberi, “Opera Nova” di Marozzo e il “Gran Simulacro dell’Arte e dell’Uso della Scherma” di Ridolfo Capoferro, ma le scuole più strutturate, spesso avvalendosi anche di professionisti esterni, affrontano stage e corsi su altri trattatisti per ampliarne la comprensione e la capacità di utilizzo delle specifiche armi interessate.
In Hema, non dovendosi occupare della parte Rievocativa, l’impegno è focalizzato interamente alla pratica tecnica e all’Arte Marziale stessa, quindi le armi diventano simulacri sportivi progettati appositamente ad un impatto pieno e non ci sono limitazioni nel colpire di punta, grazie alle moderne protezioni. Tenendo presente che la maggior parte dei gruppi di Rievocazione non si dedicano esclusivamente all’ambito Marziale, anzi molti focalizzano essenzialmente nella musica o nella danza, come nella culinaria o nella sartoria la loro attività rappresentativa, possiamo affermare che lo scopo della Rievocazione, in prima intenzione, è quello di ricreare uno spaccato della vita del nostro passato per poterlo “rappresentare” a un pubblico, allo scopo di informare e diffondere la cultura e la comprensione storica della vita quotidiana dei nostri antenati, in concomitanza di Palii, Fiere e Sagre a tema, mentre quello dell’Hema è incentrato esclusivamente sulla tecnica d’armi e sulla pratica sportiva. Proprio per questo motivo, se negli anni precedenti l’Hema era considerata quasi in parallelo alla Rievocazione, oggi essa se ne allontana sempre più, avvicinandosi giorno dopo giorno concretamente al mondo dello sport, non solo per l’ovvio indirizzo e le specifiche attrezzature ma anche per la formazione dei propri Maestri e Istruttori preparati e autorizzati dal CONI tramite gli Enti Promozionali Sportivi e formati per il primo soccorso e l’utilizzo di defibrillatori portatili (BLSD) dalla Croce Rossa Italiana con corsi specifici, oltre a praticare in sale e palestre attrezzate e autorizzate alla pratica di attività motorie e sportive.
Oggi il cinema ci regala un redivivo interesse per la Spada, attraverso film e serie in cui essa fa da protagonista tra le mani di nuovi beniamini Hollywoodiani; dopo gli anni bui finalmente anche il cinema sembra oggi cercare una veridicità marziale nelle scene di combattimento. Se prima degli anni sessanta un gran numero di attori erano capaci schermidori teatrali come Tyrone Power, Basil Rathbone, Errol Flynn tanto per citarne qualcuno, negli anni seguenti le scene erano via via peggiorate cadendo spesso nel comico per chi si occupa di scherma. Oggi grazie a valenti maestri d’arme, su tutti citerei il compianto William Hobbs, maestro in decine di pellicole indimenticabili come il “Cirano De Bergerac”, “I Duellanti”, “Rob Roy” e moltissimi altri, a lui forse più che ad altri si deve il cambiamento degli ultimi anni, dove vediamo finalmente un occhio più consapevole da parte dei registi e degli scenografi nei riguardi delle scene d’arme. Bene ricordare anche Jesùs Esperanza insieme a Bob Anderson, creatori dei duelli e delle scene di combattimento nel magnifico “Alatriste”. La Scherma Teatrale in Italia ha avuto anch’essa grandi nomi e a oggi è regolamentata per i maestri di scherma teatrale dal Coni e dall’Accademia Nazionale di Scherma.

Oltre al cinema, fumetti, giochi di ogni sorta e tipologia hanno portato l’interesse dei loro fruitori verso la Scherma Storica i Giochi di Ruolo dal Vivo, l’ambiente Larp e Cosplay, che forniscono alle sale un buon numero di partecipanti interessati ad approfondire le conoscenze schermistiche.
Concludendo, credo che oggi si vada verso una riscoperta della Spada e della sua disciplina, giustamente nei modi contemporanei e nelle modalità forse più nobili dello studio e della ricreazione che di quelle omicide per cui era nata. Forse la Spada oggi ha un utilizzo migliore di quello tragico e definitivo del nostro turbolento passato, senza perdere però quel simbolismo di un tempo: questo continuo rigenerarsi e ricrearsi, prima nelle forme e negli usi, oggi negli scopi, testimonia ancora l’immortalità di uno strumento che ci ha accompagnato per millenni e che sembra voler accompagnarci ancora nel futuro, magari questa volta non proteggendoci materialmente ma formandoci spiritualmente e fisicamente.
Articolo di Christian Heusch, Vicepresidente della ASD Fiore dei Liberi
Bello e interessante.
Di recente, ho visto in televisione le spade romboidali di guerrieri shardana (antenati dei sardi), ne sai qualcosa? Non capisco come erano utilizzate.
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Molto interessante! Scopro adesso qualche informazione, pare che si tratti di spade dell’età del bronzo dette del tipo “naue” o “a lingua da presa”, particolarmente grandi per l’epoca. La forma suggerisce un uso ambivalente per il taglio e per l’affondo, ma non saprei dire esattamente se avessero uno scopo preciso; ho trovato riferimenti al fatto che gli Sherdana fossero usati dagli egizi perché ritenuti grandi guerrieri e utili contro gli assalti dei carri, ma devo capire meglio il tutto
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Bellissimo articolo mi piace parecchio soprattutto la parte sull’hema molto bene
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